Pubblicato il 12/11/2015 21:13:56
Se in tutti questi anni ho trascorso le giornate in compagnia della purezza di Ungaretti, e perchè mi preparavo alla follia del crepuscolo di Rimbaud, all’intenso vivere delle notti con Baudelaire e Verlaine, al brillio delle albe insieme a Pascoli e Leopardi, all’acquietarmi fra le ali di Poe, a divertirmi con l’irrequietezza di Catullo, a consolarmi tra i versi di Salinas e Lorca. Quello che io cerco è la veggenza, non lo nego. Ho scoperto la possessione, il potere infiammante dell’ispirazione, il caos incontrollabile della Poesia, e poi ho capito che si può anche domare, come un lupo che ti scalda quando hai freddo, ma che rimarrà sempre il primogenito della Natura primordiale e più selvaggia. E visto che siamo in vena di confessioni, io confesso il mio amore in particolare per Baudelaire; non perchè ami meramente il lato oscuro delle cose, ma al contrario per la divina luminosità poetica dei suoi comandamenti, legati a radici profonde, sotto il peso di una terra feconda e solidi rami che giungono, seguendoli fino in fondo, dritti alla punta del mio naso. Non posso nemmeno pensare di aprire gli occhi e scrivere versi senza avere ben chiaro che la realtà che verrà da me dipinta sarà quella del poeta. « Vita e la realtà divengon giunte con l’umana porta », citando l’Ermete di una mia lirica. Simbolismo, antirealismo, ricerca dell’ignoto attraverso le forme, la lingua, propria di quel destino che mi compete. Ma propria anche di un uomo che la realtà osserva, vive, e da essa trae ispirazione; lasciandole alle volte la parola sotto la sembianza di una visibile cornice, o di un loquace dipinto. Nessun disordine dei sensi mel mio caso, ma la poetica indagine di un esclusivo dono. Riguardo al realismo dunque, millantato da alcuni come fondamento obbligatorio della poesia contemporanea (e del suo linguaggio), basterebbe qualche mia poesia de « Il sentimento del veggente » per infrangerne la corrente, oppure, si badi bene, per confonderla e intorpidirla d’inchiostro. Vivo con la consapevolezza che non sarò mai solo in questa Traversata; ma insieme ai miei poeti. E con te lettore, con il quale ora mi confido.
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