Pubblicato il 30/08/2011 11:00:45
Sua madre preferisce suo fratello, perché più piccolo. Ma per entrambi, e anche per la sorella, è difficile baciare quel viso più agro che materno, c'è un mistero doloroso in quella piega dura della bocca, come in ogni cuore che ha difficoltà ad amare. E' un'acre pena senza compassione, ma lì sul ponte, guardando la scia che si perde subito inghiottita dalla notte, Enrico decide di non pensare mai più a quel viso, al reciproco debito insoluto e ai disguidi che li hanno inceppati l'una l'altra. Quel pensiero si perde fra gli alberi della nave e le tenebre, si perde proprio per sempre, è strano com'è facile liberarsene senza ferita, dopo un attimo svanisce pure quello stupore con la sua punta di rimorso. Adesso si sente solo pigro, assonnato dal vento della notte e nel rumore del mare.
(pag. 11 dell'edizione Grarzanti, 2007)
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