Pubblicato il 15/09/2015 14:48:34
" La bellezza ci salverà. " Così è stato scritto e affermato dalla sapienza occidentale. Dall'altro lato del mondo, il Dharma è un concetto metafisico orientale ricchissimo di implicazioni per le quali rimando a qualche motore web di ricerca. La bellezza e il Dharma, dunque, sembrano essere la stessa cosa. Quel che attiene in ultima istanza, a codesto testo, è che il Dharma è luce, armonia, equilibrio. La traccia meravigliosa, il sentiero luminoso, la via chiara. Forse, Marianne Faithfull, compagna di Mick Jagger e musa dei Rolling Stones, nel suo album Dangerous Acquintances - Conoscenze Pericolose - allude proprio a quello quando canta: " ... and when you see a trace made of silver you can go"; né si può fare a meno di pensare che la strada la quale conduce ad Asgaard, nel Cielo del Wahalalla, sia l'arcobaleno. E meravigliosa è la luce sottile che esplode sulle ciglia socchiuse nell'osservare una fonte luminosa, quel tessuto fatto di intense iridescenze. La bellezza che irradia. Il Dharma, dunque, è avvertito come luminosità, splendore e ripeto, bellezza. Percorre tutta la Terra; è ovunque, ma - come è scritto - in alcuni luoghi è ampio come un campo, vasto come un fiume, esteso come un campo; in altri luoghi, pur essendoci naturalmente, è tanto esiguo da essere ridotto a un filo appena. Tuttavia c'è, dappertutto e riferendo al microcosmo, all'essere umano quindi, è corretto ammettere che anche alle persone, a tutte le persone, accade pressoché lo stesso: talora la condizione è serena, piena; è ampia, espansa la consapevolezza, la percezione, ed è possibile finanche avvertirsi oceano, infinito, cielo; tal altra lo spirito è torpido e torbido, la fibra è fiacca, debole il sentire, angusto e difficile come un refe che ha da attraversare la cruna, il suo passaggio stretto. La bellezza, allora, l'indagine per la sua ricerca anche dove sembri assente, col conforto invece della sua indubitabile presenza che è peculiare all'essere e alla vita, risulta essere un ricerca onesta, esatta, così ritrovarne le tracce, ogni volta, anche nelle situazioni di brutture estreme o in condizioni minime e miserevoli, esorta ad ancorare la percezione, che è interpretazione del mondo, e modularla per cercarla, quella bellezza che è Dharma onnipresente per definizione, ponendo il fuoco su quanto serve realmente al benessere di ciascuno, per estenderlo e di più, per sostenerlo nelle circostanze difficili. La vera prosperità che si nutre e si salva attraverso l'equilibrio e l'armonia dell'essere psicofisico; una diffusione endocrina delle sostanze umane migliori, una secrezione ricca e mista di dopamine; serotonina; endorfine. Sostanze naturali del Dharma e dell'uomo, catalizzatrici della percezione del bello che in tale maniera alimenta se stesso e s'espande. Un ricchezza che è stasi-e-stasi, che si compendia nella ricerca di quel che pare non ci sia, mentre si sa che, indubitabilmente, c'è. Un gioco difficile ma un gioco, alla fine. Un nasconderello, talvolta tragico. In altre occasioni e per fortuna, la bellezza esonda, trabocca e con essa il benessere che, insieme a poche altre concrete astrazioni e così come accennavo, non si compra e non si vende.
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