chiudi | stampa

Raccolta di articoli di Antonio Ciavolino
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

- Mitologia

Della Gratuità o dell’Amore


L'amore non può essere gratuito giacché anche l'amore deve essere acquistato. Deve essere comprato, l'amore, dal momento che fu sottratto al Cielo e il prezzo da pagare serve a tacitare i suoi guardiani. Per trattare l'Amore, gli uomini devono trasformarsi in portatori di verità, andando così contro la loro natura intrinseca.
L'amore, infatti, è un veicolo di verità tra questo mondo e l'altro ma come si sa, fra Cielo e Terra nulla accade senza ostacoli: c'è sempre un dardo scagliato, una freccia incoccata, una folgore che fulmina; un cuore colpito: impedimenti, superabili solo pagandone il prezzo e chi lo ignora, non conosce il Cielo.

                                                             . . .


Id: 1546 Data: 24/09/2015 23:26:42

*

- Filosofia

Il Dharma ovvero saggio breve sulla bellezza


" La bellezza ci salverà. " 
Così è stato scritto e affermato dalla sapienza  occidentale. Dall'altro lato del mondo, il Dharma è un concetto metafisico orientale ricchissimo di implicazioni per le quali rimando a qualche motore web di ricerca.
La bellezza e il Dharma, dunque, sembrano essere la stessa cosa. Quel che attiene in ultima istanza, a codesto testo, è che il Dharma è luce, armonia, equilibrio. La traccia meravigliosa, il sentiero luminoso, la via chiara.
Forse, Marianne Faithfull, compagna di Mick Jagger e musa dei Rolling Stones, nel suo album Dangerous Acquintances - Conoscenze Pericolose - allude proprio a quello quando canta:
" ... and when you see a trace made of silver you can go";
né si può fare a meno di pensare che la strada la quale conduce ad Asgaard, nel Cielo del Wahalalla, sia l'arcobaleno. E meravigliosa è la luce sottile che esplode sulle ciglia socchiuse nell'osservare una fonte luminosa, quel tessuto fatto di intense iridescenze. La bellezza che irradia.
Il Dharma, dunque, è avvertito come luminosità, splendore e ripeto, bellezza. Percorre tutta la Terra; è ovunque, ma - come è scritto - in alcuni luoghi è ampio come un campo, vasto come un fiume, esteso come un campo; in altri luoghi, pur essendoci naturalmente, è tanto esiguo da essere ridotto a un filo appena. Tuttavia c'è, dappertutto e riferendo al microcosmo, all'essere umano quindi, è corretto ammettere che anche alle persone, a tutte le persone, accade pressoché lo stesso: talora la condizione è serena, piena; è ampia, espansa la consapevolezza, la percezione, ed è possibile finanche avvertirsi oceano, infinito, cielo; tal altra lo spirito è torpido e torbido, la fibra è fiacca, debole il sentire, angusto e difficile come un refe che ha da attraversare la cruna, il suo passaggio stretto.
La bellezza, allora, l'indagine per la sua ricerca anche dove sembri assente, col conforto invece della sua indubitabile presenza che è peculiare all'essere e alla vita, risulta essere un ricerca onesta, esatta, così ritrovarne le tracce, ogni volta, anche nelle situazioni di brutture estreme o in condizioni minime e miserevoli, esorta ad ancorare la percezione, che è interpretazione del mondo, e modularla per cercarla, quella bellezza che è Dharma onnipresente per definizione, ponendo il fuoco su quanto serve realmente al benessere di ciascuno, per estenderlo e di più, per sostenerlo nelle circostanze difficili. La vera prosperità che si nutre e si salva attraverso l'equilibrio e l'armonia dell'essere psicofisico; una diffusione endocrina delle sostanze umane migliori, una secrezione ricca e mista di dopamine; serotonina; endorfine. Sostanze naturali del Dharma e dell'uomo, catalizzatrici della percezione del bello che in tale maniera alimenta se stesso e s'espande. Un ricchezza che è stasi-e-stasi, che si compendia nella ricerca di quel che pare non ci sia, mentre si sa che, indubitabilmente, c'è. Un gioco difficile ma un gioco, alla fine. Un nasconderello, talvolta tragico. In altre occasioni e per fortuna, la bellezza esonda, trabocca e con essa il benessere che, insieme a poche altre concrete astrazioni e così come accennavo, non si compra e non si vende. 

                                                           ***


Id: 1539 Data: 15/09/2015 14:48:34

*

- Letteratura

Elogio breve dell’haiku

 Elogio breve dell'haiku (Dannati musi gialli.)

^

L'haiku è un breve componimento poetico di origine giapponese, come molti già conoscono, composto da tre versi di cinque, sette e cinque sillabe o meglio, more. La poesia è composta in ideogrammi e deve rispettare determinati canoni. In occidente, a dispetto delle differenze tra la nostra scrittura fonetica e la scrittura ideogrammatica, questa forma poetica, l'haiku, è stata imitata, emulata, usata ampiamente anche da poeti eccellenti come Ezra Pund, Jack Kerouac, Pier Paolo Pasolini, che ne composero intere raccolte. Ora, un haiku occidentale può piacere, può non piacere, si può fare, non si può fare, tutto è giusto, ma la diatriba resta irrisolta né è questo il luogo della sua soluzione.


A mio modesto parere, come si dice, è la funzione dell'haiku su scala planetaria, ad essere poeticamente molto rilevante, perché avvicina gli amanti della poesia, i poeti, i poetastri, i poetonzoli alla metrica.
Tre versi di 5-7-5 sillabe, dovrebbe essere facile, ecchecevo'... proviamo un po'. Che poi ci si scontri con la sinalefe, la dieresi, il verso tronco, la parola sdrucciola e l'impalcatura metrica crolli, è un altro discorso. Fatto sta che, data l'apparente semplicità compositiva, tutti provano a comporre un haiku. E, in genere, si inizia a divertirsi e ad imparare qualcosa sulla misura dei versi, sui loro ritmi. Qualcuno abbandona, qualche altro approfondisce, apprende e va oltre approdando agli esametri, ai settenari, agli endecasillabi. Eppoi magari ai sonetti. Di costoro, alcuni definitivamente catturati, si spingono più avanti e iniziano ad occuparsi di prosodia e comprendono che cos'è una mora, un giambo, un dattilo, un trimetro. Quelli più avvertiti, allora, capiscono che la poesia, la Poesia, non è fatta di lettere o parole, periodi o frasi, la Poesia è fatta di sillabe. Sillabe. E risulta ancora più comprensibile se si ha in animo che - All'inizio era il Verbo - affermazione evangelica condivisa dalle filosofie orientali là dove il Verbo è il suono primordiale <OM>, e OM è una sillaba. L'universo quindi, nelle cosmogenesi superiori, è creato col suono di una sillaba, il che riporta immediatamente alle più recenti scoperte circa la meccanica dei quanti e la la teoria delle stringhe!

Per questo motivo, allora a mio giudizio, l'haiku è importante nella Poesia planetaria. Sembra facile facile, come il caffè, però...

Dannati musi gialli.


>


Id: 1315 Data: 10/02/2015 19:28:52