Pubblicato il 21/01/2009 13:51:17
Col telefono nella mano (Mal d’amore – Parte III)
E mi ritrovo col telefono nella mano E lo guardo Lo guardo, in silenzio Con un’improvvisa speranza Che freme da qualche parte, là Consapevole della perdita E del vuoto che si è fatto strada, in me E guardando il telefono Quel telefono stretto nella mia mano, muto Penso a te E vedo apparire il tuo viso, là Che fa una smorfia di vittoria Nell’atto di abbandonarmi definitivamente È vero – io non sono il vincitore Ma soltanto il perdente della situazione Sono quello che t’ha amato Al di là della propria vita Sono quello che ha tirato il tutto da sé Per donartelo, con passione Sono quello che ha creduto e combattuto Per proteggerti ed amarti davvero E poi sono rimasto qui Sospeso in uno dei mille frammenti di vetro Che tu hai scordato, un giorno qualunque E mi ritrovo con quel niente Che mi dona brividi di fredda solitudine E sensazioni di taglienti rimorsi Dove sono finito? Dov’è la vita? Ma non ci sono risposte da dare Solo fantasmi lattei Che aleggiano nel presente E sanno bene dove conficcare le loro lame Si – hai ragione Sembro un patetico bambino Che non ha ottenuto il giocattolo del momento Ma sei consapevole d’altro anche Ho un’anima anch’io, infatti Ed è per questo Che da uomo soffro terribilmente E tento di nascondermi Tra le ombre del mio stesso essere Per ritrovare lacrime Che mi tengono compagnia brillando Ho desiderato l’amore, e lo sai L’amore – quello assoluto Non mi sono accontentato di niente Non ho goduto dell’istante mai Ho cercato di andare sempre più in profondità Per possedere l’anima – la tua anima Quel prezioso e delicato fiore Che tanto desideravo Ed ora invece Eccomi qua Mentre inciampo e scivolo Su quello che ho costruito io stesso, un tempo Castelli di sabbia e spine Che l’uccisione del sentimento tenta di distruggere Ma invano Più vuoi scordare quel che è stato E più quel che è stato diventa presente Ed è per questo che sto divenendo sempre più debole Questa lotta continua Mi fa già presagire il sapore della morte Così amaro per la nostra consapevolezza Eppure così dolce per le nostre ferite Ma il cuore dopotutto Il cuore è invecchiato già Aspettando il tuo ritorno E vivendo in un’attesa Tra consapevoli illusioni E il telefono Il telefono resta sempre nella mia mano, ancora.
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