Pubblicato il 20/06/2012 08:14:40
Impera il sepolcrale silenzio, le vette allungate nel cielo di piombo, umanità di statue denudate al tempo e un verdeggiare incolto di foreste. L’aria e’ gravida di risvegli ma io appartengo al tempo defunto. Amore, sei carne plasmata a infinito, non la tua bellezza, non la giovinezza che si sfibra, ma il senso che ti do e il segreto che porti rischiarano le notti universali e infondono energia che gira il mondo. Io nella mia ricerca raggiunsi la vetta del falco attraverso il verdeggiare incolto della tua foresta, non la mia ipotetica bellezza, non la giovinezza che si sfibra, ma il senso che abbiamo difeso levigò il mio volto rendendolo perfetto nel giorno dell’immortalità. Sto tramutando in statua nel riversarmi alla vetta, in me trascino le profondità del cosmo attorno al mio asse si erge una nuova galassia della quale sei stella madre e solidificata nella mia anima.
Noi apparteniamo al tempo defunto, ma dietro l’effigie di pietra ruotano i mondi, tutto il cosmo prima o poi passerà, passerà attraverso noi.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 6 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Stefano Saccinto, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|