Pubblicato il 05/03/2015 18:54:53
Eravamo così uniti che abbiamo finito per perderci. Non è stata una scelta facile, la mia; né una scelta voluta. Tu non l’hai capito mai e non lo puoi ancora capire. Ti hanno finita, ma noi non siamo finiti; non ancora. Sono dovuto andare via, mi sono dovuto allontanare da quel marciume di persone che vili ti (e mi) hanno abbracciato in questi lunghi anni. È un anno e mezzo che non ti vedo; un anno e mezzo che ti penso e ti piango; ti sento e disperato afferro il tuo ricordo. Ed il tuo pensiero mi soffoca, mi intrica le ossa, mi permea l’anima. Non posso non pensarti, ma so che non posso più averti. Non mi do pace. Io non ho colpa: ora lo posso davvero affermare con sicurezza. Ma non basta, non può bastare! Tutto questo mi toglie il sonno, mi affatica il respiro, mi offusca la vista! E la rabbia si manifesta dirompente in tutta la sua stordente forza quando m’accorgo che loro s’addormentano la sera e si svegliano la mattina riposati e sereni. Sereni, sono sereni! Assassini, ignobili, riprovevoli esseri! Vivono sulla tua morte. S’innalzano fieri sulle tue macerie. Alzano gli occhi a Dio e lo ringraziano. E tu ringrazi loro della tua morte perché non sai di essere finita. Ed io scrivo.
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