Pubblicato il 03/03/2015 17:59:08
Io credo che la vita abbia un senso. Non sono ancora in grado di dire quale esso sia, né forse mai lo sarò, ma credo che tutto quello che mi circonda sia sottoposto a rigidi motivi d’esistenza. Non posso provare a credere all’amore, all’agonia, al perdono, alla musica, alla poesia, al successo, al fallimento presi così, ognuno separato dagli altri, svuotati ontologicamente di significato ed in vita esclusivamente per fornire un mero e illusorio equilibrio all’uomo. Non posso svegliarmi la mattina credendo che le emozioni che provo risulteranno un giorno essere state fini a se stesse; credendo all’inutilità della vita più che alla sua bellezza. Perché la vita è bella. Nonostante spesso, spessissimo, mi voglia far credere il contrario, io non mollo un solo sogno, non rinnego un solo attimo di dolore, non mi lamento d’aver ancora la forza di lottare; perché se ho ancora coraggio significa che posso ancora non cavarmela - quello è per i dilettanti, per i meschini qualunquisti e approfittatori -, ma trovare la bellezza che placherà la rabbia della mia anima. Sì, sono arrabbiato, sono incredibilmente furioso; ma allo stesso tempo sono infinitamente riconoscente verso quella nuvola di tutto che oggi mi circonda, mi fagocita, mi rinfresca, mi annebbia, mi chiama, mi insulta, mi odia, mi ama. Siamo legati. Come il vecchio contadino è assiduamente attratto al proprio campo di grano, che sia estate o inverno, che piova o risplenda il sole, io sono maniacalmente trasportato alla vita; e se per il momento tutto questo ha veramente poco senso, chi è in grado di chiudere il contadino in casa ad osservare i propri campi morire raccontandogli quanto sia inutile il sole che poi verrà la pioggia, quanto sia inutile la vita che poi verrà la morte?
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