Pubblicato il 01/03/2015 17:57:41
Forse alla fine davvero si riduce tutto alla morte. Vuoto, nulla cosmico, non essere, non essere mai più. Spesso ci riempiamo l’esistenza di parole delle quali non conosciamo che una piccolissima parte di significato e su questa che noi crediamo ricchezza lessicale amministriamo i nostri desideri, le nostre relazioni, le nostre paure; insomma, un po’ tutto il nostro essere noi. Parole come mai, amore, morte, infinito, sempre: perché nutriamo questa presunzione a ergerci paladini del sentimento, dell’ignoto, del tutto? Perché sentiamo come corroderci l’anima se almeno una volta al giorno non pronunciamo una di queste parole? Perché siamo così legati ad avvenimenti, comportamenti e situazioni che non conosciamo e sappiamo di non poter conoscere mai, quantomeno in maniera dettagliata e approfondita? Forse alla fine davvero si riduce tutto alla vita. Pienezza, totalità celeste, essere e esserlo per sempre. Perché si tende sempre a voler vedere la fine per quello che superficialmente è, mai per quello che può forse celare, mai per quello che magari può raccontare. Sarebbe interessante scoprire che in realtà sarà veramente così: nel momento di minor splendore - anzi, nel momento in cui cessiamo di splendere - il nostro sapere che fino a quel momento risultava essere inappagato sarà venuto a trovarsi di fronte alla verità ineluttabile del cammino umano: la piccolezza ontologica e necessaria dell’uomo di fronte all’universo. Perché della morte, in fondo, sappiamo soltanto che arriva. Sappiamo soltanto che un giorno essa ci coglierà, in maniera sprovveduta o in maniera attesa poco conta ora; ma essa ci coglierà. Questo è tutto quello che sappiamo ed è particolare la differenza sulla conoscenza che abbiamo della nascita di noi stessi, dove sappiamo praticamente tutto. Non so, forse sta in questo il senso nascosto del timore e più in generale della nostra esistenza: la paura della morte vista come paura di troppa conoscenza; un sapere eccessivamente sconfinato, proibitivo per la capacità intellettuale e sentimentale di qualunque uomo sulla Terra.
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