Scivola il treno nelle vuote stazioni
cercando la vita trafitta di lato
nel deserto dei bar e dei fossi prima
pieni d’umori e d’ironiche sentenze.
L’ora non è precisa e neanche il destino.
Cinzia si ricorda il gracidare
il sudore intriso d’alcool nella nebbia
quando la via Emilia svapora
nel grigio diesel del mattino.
L’ora è ferma tra i mattoni rossi a terra
deja vu distratto e mai affrontato
forse il vento deve ancora lasciare
la sua traccia speriamo gridando
un altro blues tra le tende bagnate.
Aspetterà il prossimo treno
che passerà come il sangue
e forse qualcuno arriverà
tra l’Emilia e il fragore dei sogni
in quelle stazioni a filo dei campi
come quando era bambina
Dio! Non ci sono abbastanza canali
per questo mare nero di stelle
non c’è un silenzio più duro
di questo abbandono di gente.
Cinzia vive in quella strada
dritta e stanca di macerie
tra binari di cristallo vivo
e dolore che non ricordava.
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