Pubblicato il 30/05/2012 14:53:26
Fu Bernardo Soares, Alvaro de Campos, prima fu mastro Caiero, dopo i due Reis e i Search in ricerca di sé e chi sono. Ancora: Teira, Mora, di nuovo Pessoa, colui della pioggia obliqua, la chuva stilla del cuore, in seguito i molti sperduti in quel di Lisbona: ricordo il mondo prono sull’oceano furia antica col maschio Tago che scuro penetra profondo il tepore del mare fecondo di embrionale pneuma, brodo, passione. Poeta trafitto, Fernando, il bicchiere gelato tra le mani, un mazzo di lettere giocate su promessa scommessa d’amore nel turbine sinuoso e femmina del Fado cantilenato su nenie. Bramata sfortunata Ofelia, corteggiata tentazione in lunghi tramonti di sangue, spremi inchiostro per carte essiccate nel cimitero di bauli e schedari. I molti s’annullano nei diversi e vociano vita non morte agli io/legione garruli d’attesa, muto demone per inquieto dolce stormire della burrasca estrema che smorza nel fuoco. Bussano. “Avanti!” sussurra il vegliardo sapiente. “Entrate, qui attorno c’è dio per tutti!”
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