Pubblicato il 23/05/2012 19:53:13
E’ un classico: "difficile insegnare le lingue"
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Madame Michel mi rappresenta quando passando dal romanzo al volto nitido nel film - proprio come me lo immaginavo - si nasconde e rigidamente dice a tutto no ma poi abbraccia la sua parte Paloma, la ragazzina ricca e ironicamente disperata che disegnerà su cartoncino nere lacrime d’inchiostro. E il signor Ozu ha il perfetto nome circolare dell’ archetipo di uomo che si vorrebbe avere per amico, maestro, per le "donne", di fughe trasognate.
Non dico niente ai ragazzi sul viso socchiuso di Paloma, su una certa scarna eleganza del Giappone e del non detto - credo non ci sia bisogno di parole quando si è così vicini a un senso suggerito -
"Le montagne di Kyoto sono viola, mi chiedo perché". "Sono così. Come prugne. Che belle"
mi vergogno.
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