Pubblicato il 15/05/2012 20:44:54
Fu sera e fu mattina si può leggere nel mito antico e nel tempo scandito l'oceano che inghiotte e slava vite d'ignaro palpito...poi ancora batto il barbarico ritmo del richiamo nel solco d'un giorno qualunque speso in faccende di poco spessore e conto. Che ci faccio adesso, qui, spalmato nell'attesa che transiti il banale che sfoghi il temporale nell'elettrico tripudio quando il forte degl'abbracci smorza l'ansia dell'essere all'altezza? Questo cielo di lana delle Erinni smunto di lacrime scritto d'inchiostro m'invita all'adunanza dell'occaso. Basta, m'impongo! Sono ancora poche le rondini che venerano guglie e campanili: devo far memoria di come sanno trovare l'indizio per non smarrire la strada di casa.
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