Sono il centro del mondo.
Convergono in me
strade, alberi, palazzi,
il groviglio di fili
le automobili, gli autobus
le biciclette, i guinzagli dei cani
le carrozzelle, i presidi ortopedici,
la spazzatura.
Dentro di me la città parla
con molteplici misteriose lingue
che neppure a sera
sanno tacere.
Sono il centro del mondo.
In me lo spazio dei campi arati,
i filari di pioppi
gli argini dei fiumi
i casolari e gli orti
gli ormeggi delle barche
le palafitte.
Tutto dentro di me
parla un linguaggio
che non capisco
perché muto è il mio cuore.
Sono il centro del mondo.
Dentro di me bruciano
i fuochi delle ciminiere
i serbatoi d’argento
i vetri a specchio delle banche
l’oro delle cantine.
Parlano, parlano, parlano.
Non ho mai silenzio
nella mia notte.
A causa della mia superbia
Dio mi pose all’inferno.
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