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Giovanni Bottone. Lettera aperta al Presidente della Repubbl

Argomento: Società

di Bianca Fasano
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Pubblicato il 22/05/2015 13:56:18

DI GIOVANNI BOTTONE

LETTERA APERTA AL Signor Presidente della Repubblica On. Prof.Sergio MATTARELLA Palazzo del Quirinale ROMA Signor PRESIDENTE, animato da profonda stima e fiducia nella Sua persona, supremo arbitro delle Istituzioni e garante dei diritti dei cittadini, mi permetta di comunicarLe che il prossimo 31 maggio non voterò. È la prima volta nella mia vita, ho 72 anni, che deliberatamente e in anticipo ho deciso, per dignità e protesta, di non votare e intendo rendere nota e pubblica questa decisione che non avrebbe invece nessun significato se praticata in silenzio e soltanto per indolenza o disinteresse civico. Non ricordo se ciò, per il passato, sia già avvenuto; ma se fosse accaduto sarà stato determinato da un oggettivo impedimento come il trovarmi all'estero da i miei fratelli emigrati in Argentina e in Francia, oppure per malattia. I motivi per cui non voterò sono molteplici e tutti gravi, ma intendo indicarne soltanto uno che è, per cosi dire, il principale e incorpora in sé tutti gli altri, riducendone, ove ciò fosse possibile, la tenebrosa gravità. Sono ormai trascorsi 2 anni che l'Amministrazione Comunale di Giugliano è stata sciolta per infiltrazione della camorra. Questo è un gravissimo vulnus che ricade oggettivamente, lo si pensi o meno, non soltanto sul Sindaco e i Consiglieri comunali del tempo, ma su tutti i cittadini elettori e rappresentati da quel Sindaco e da quei Consiglieri comunali. Ora già da diversi mesi, in vista della tornata elettorale del 31 maggio, gli aspiranti alle cariche comunali fanno un gran parlare, come sempre, dei progetti, in alcuni casi faraonici ed utopistici, che si impegnano a realizzare per il bene comune e per una rinnovata e civile vivibilità di Giugliano in Campania. E fin qui nulla di male, tanto attiene ad una consolidata dialettica civile e politica di cui è preferibile sempre individuare e scorgere i valori positivi e concretamente propositivi, prima di quelli demagogici, determinati da pressapochismo e incompetenza, per mancanza di qualsivoglia pregressa esperienza di impegno sociale. È comunque un segno di speranza la candidatura di tanti giovani e in particolare di tante donne motivate dall'istanza di un reale superamento delle persistenti discriminazioni di genere e dalla volontà di perseguire la realizzazione dei valori proclamati dalla Costituzione della Repubblica Italiana, la più bella del mondo, come ci viene riconosciuto, che attendono ancora piena attuazione nel nostro territorio. Comunque, nell'enunciazione di programmi e iniziative, non una sola voce si è levata, finora, dall'estrema destra all'estrema sinistra, se questi riferimenti di collocazione politica hanno ancora oggi un residuo significato, per chiedere con coraggio e determinazione la risposta ad un interrogativo che pesa come un'oscura e irrisolta cappa di piombo sulla Città: il volere e dovere conoscere, in modo chiaro e circostanziato, prima e non dopo del 31 maggio, fatti e responsabilità che hanno determinato lo scioglimento dell'Amministrazione Comunale di Giugliano in Campania. Quella Giugliano che spesso viene indicata dai politici, per sottolinearne in modo enfatico la rilevanza che dovrebbe avere e che invece non ha, come terza città della Campania dopo Napoli e Salerno, ed è vero, ma è altresì vero, e tanto sfugge o è ignorato, che Giugliano, per numero di abitanti, è la prima città d'Italia non capoluogo, e tra i circa 9000 Comuni d'Italia si colloca al quarantesimo posto, mentre è arduo stabilirne la collocazione per efficienza dell'Amministrazione e per i servizi ai cittadini. Si va dunque incontro alle elezioni del 31 maggio come se nulla fosse accaduto e l'accaduto, anzi, risulta oggettivamente rimosso e dimenticato , come un fatto irrilevante di un passato remoto. Nel ruolo, desidero precisarlo, di quisque de populo che può e deve esprimere liberamente il proprio pensiero, ritengo che il diritto-dovere di adoperarsi per conoscere le cause dello scioglimento dell'Amministrazione Comunale incomba su tutti i cittadini di Giugliano in Campania, compresi i signori Commissari che, in questi 2 anni, hanno amministrato la Città, nominati dallo Stato ma rappresentanti del Popolo. Personalmente, come ex presidente degli ex-alunni, ho manifestato questo mio malessere e l'istanza di conoscenza in un'assemblea, presieduta dal Vescovo di Aversa, v.Presidente della CEI, tenutasi nell'Istituto dei Fratelli Maristi, nell'autunno scorso. Il non conoscere ancora, dopo 2 anni, fatti e responsabilità, non mi consente di esercitare con libertà, responsabilità, consapevolezza il diritto-dovere di voto. Adempiere un diritto-dovere in queste condizioni stride con l'irrinunciabile dignità personale. Non meno grave si presenta il quadro delle elezioni regionali in Campania, come quotidianamente denunciato dalla stampa e da autorevoli opinionisti, per la presenza nelle liste di candidati indagati e anche già condannati. Accentua poi questa amarezza non tanto il fatto che il Governo della Repubblica disattenda una sentenza della Corte Costituzionale, quanto le motivazioni addotte che si fondano sul presupposto che tutti i cittadini italiani siano stupidi; mentre sarebbe semplice e vero comunicare che i "conti" non consentono, nell'immediato l'esecuzione integrale della sentenza della Corte Costituzionale e si parla con incompetenza e stupefacente faciloneria di un "bonus" per i pensionati. Nell' esprimere questa mia decisione di non votare, non mi sento affatto confortato che essa sarà adottata, come la stampa già prevede, da un numero di cittadini che si avvia a raggiungere la maggioranza assoluta, essendo già ora ampia maggioranza relativa. Un libro pubblicato pochi anni fa e che ha ottenuto un notevole successo internazionale termina con questa frase :"maledetti bastardi, sono ancora vivo !" Quella conclusione mi deluse e mi amareggió, non perché non condividessi quel "maledetti" che invece condivido pienamente, rivolto contro il male e la camorra, ma perché con quel finale è proclamata la salvezza di un singolo. Qui, a Giugliano in Campania, il problema è la salvezza di tutti e in particolare dei giovani. Il diritto alla vita, il diritto alla salute è il primo e fondamentale diritto che continua, con infamia, ad essere oltraggiato. I necrologi che quotidianamente vengono affissi in città rendono amaramente nota a tutti l'età dei defunti, spessissimo compresa tra i 40 e i 60 anni. Non mi sembra che questa sia un'età in cui sia normale e naturale morire; mentre fino a poco tempo fa e, in parte, tutt'ora si continua a negare dai responsabili della sanità qualsiasi rapporto tra avvelenamento del territorio e mortalità. Con il diritto alla vita e alla salute oltraggiato e compromesso che significato ha parlare degli altri diritti ? Che significato ha votare ? La dignità residua non lo consente. Presso l'ONU, la Banca Mondiale di New York, la BCE di Francoforte, l'Università di Cleveland negli USA, e in tante altre città d'Italia e d'Europa, numerosi sono i giovani e le giovani di Giugliano che ricoprono incarichi di prestigiosa responsabilità, e nella stessa Giugliano va ampliandosi la schiera di docenti universitari, fino a qualche decennio fa inesistente, e di prestigiosi operatori al servizio dello Stato, nelle professioni, nella narrativa, nel giornalismo. Questi giovani, in particolare, non meritavano l'onta di scoprirsi cittadini di un Comune sciolto per camorra. Le ho scritto, Signor Presidende, con la grande stima e fiducia che mi derivano dalla Sua elevata testimonianza di vita e dalla sua specifica e onorata sensibilità. La ringrazio infinitamente per l'attenzione e Le porgo i più deferenti saluti Avv. Giovanni Bottone Giugliano in Campania 20 maggio 2015 Accademia dei Parmenidei. Ufficio stampa.


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