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Mi vendo

di Francesca Luzzio
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Pubblicato il 14/04/2012 11:11:53

MI VENDO

Giulia è una ragazza alta,magra con gli occhi azzurri e la carnagione rosea. E’ bella, glielo dicono anche i suoi compagni di classe ; Marco un giorno le ha detto che rassomiglia alla Madonna . Lei è felice di questo e, nonostante abbia appena sedici anni e frequenti il terzo liceo scientifico, gli altri le danno una consapevolezza della sua bellezza che prima non aveva. Così la sera,quando dopo cena si ritira nella sua camera per studiare ,di fatto passa ore davanti allo specchio: trucca i suoi occhi, le sue guance e l’ombretta azzurra rende ancora più azzurri i suoi occhi ,la cipria più rosea le sue rosee guance . Poi comincia a spogliarsi e ammira il suo corpo sempre più bello: palpa i suoi seni sempre più turgidi e tondi, i suoi fianchi sempre più arcuati,le sue morbide anche, le cosce tornite,le gambe esili e lunghe. A questo punto le viene spontaneo muoversi sinuosa, come se ballasse la danza del ventre al suono di una immaginifica musica orientale. - Dio quanto ti amo! - dice alla sua immagine riflessa nello specchio. Tutto ciò dura finchè l’incedere dei passi della madre che sale a rilento le scale ,non la inducono ad indossare velocemente il pigiama e a fingere di studiare. La madre infatti ha l’abitudine di passare dalla sua camera e darle la buona notte. Ha sempre fatto così e considera la figlia ancora una tenera bambina, nonostante lei si senta ormai una donna. Della madre Giulia ha ereditato l’avvenenza fisica, infatti anche lei è alta e slanciata, con gli occhi azzurri, ma forse mai nessuno ha valorizzato la sua bellezza, neanche suo padre che l’ha sposata. Giulia non ama suo padre, un uomo alto e bruno, violento e nervoso,che non tollera contraddittorio: bisogna obbedirgli e basta, in caso contrario,è pronto a sollevare le mani. La precarietà del suo lavoro di muratore lo rende ancora più irascibile e sono frequenti le occasioni in cui anziché soldi ,dispensa alla sua famiglia urla e legnate. La moglie lo ama nonostante tutto e, per soddisfare la figlia nelle sue esigenze , quando le capita va a servizio presso le famiglie benestanti,ora con funzione di giardiniera, ora di cameriera o di beby- sitter . Desidera che la figlia consegua una laurea, desidera che lei possa avere un futuro migliore del suo e fa di tutto perché la sua Giulia non sia inferiore alle altre sue amiche. La madre considera tali le sue compagne, ma Giulia non ha amiche, solo compagne che accettano la sua presenza nel gruppo solo perché lei è bravissima in latino e abitualmente passa loro le versioni; in realtà la invidiano ed odiano perché le attenzioni dei ragazzi sono rivolte tutte verso di lei. Il passare le serate ad ammirare il suo viso, il suo corpo sempre più attraente e sensuale è diventata un’abitudine per Giulia che ormai trova anche naturale parlare con la sua immagine riflessa che diviene la sua più grande amica: era lei la sua confidente ,era lei che capiva i palpiti del suo cuore,le sue gioie e i suoi dolori. – Ciao Giulia,- dice, salutando la sua immagine – oggi durante l’assemblea d’istituto sono stata grande : ho preso la parola, ho parlato al microfono,capisci? Tutti mi ascoltavano come se dicessi cose trascendentali, quando di fatto ,come tu sai , non ho fatto altro che ripetere quello che tutti dicono contro la riforma della scuola. Sembravo una devasta! Ma tu lo sai è la mia bellezza che inchioda tutti , non c’è giorno che qualcuno non mi accosti e non mi dica che vuole mettersi con me ed io sono confusa ,molto confusa ,non so che fare: mi inorgoglisco per la mia bellezza e dico di no, a nessuno di loro mi sento di dare il mio cuore pieno d’amore; ho voglia di darmi di dare , ma a chi , chi di loro nutre sentimenti veri verso di me? Forse sono invaghiti solo di te, immagine. Sai che ti dico, ti vendo,così guadagni e stiamo entrambi meglio e non chiederò più soldi a quella poveretta di mia madre, che non sa come fare per farmi contenta. Sai, adesso ho anch’io il cellulare: mamma ha aiutato il conte Bellonce a fare il trasloco ed ha guadagnato tanto da potermi comprare il telofonino che io desideravo da tempo . Ti farò delle foto: nuda, seminuda ,in pose particolarmente sensuali e poi le invierò ,sì le invierò a coloro che ci provano e …… se vogliono di più devono pagare!
Così Giulia inizierà un percosso di vita senza ritorno. Inizialmente il gioco le pare divertente e fruttuoso, infatti i suoi spasimanti, sempre più numerosi , ricambiano le ardite e gradite foto con ricariche del cellulare, con inviti a cena . Ma non sempre questi inviti rimangono solo tali, spesso divengono ordini, costrizioni; il suo desiderio di darsi, imposizione a darsi senza desiderio, piacere, alone sbiadito di sentimento, sempre e dovunque: i bagni della scuola, dei ristoranti, la nuda erba dei parchi…… Né è più possibile il pirandelliano sdoppiamento dell’io , perché l’io ne rimane prima leso nella sua integrità, poi ucciso nella sua essenza.
FRANCESCA LUZZIO


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