Pubblicato il 06/05/2012 17:27:32
Va’ libera parola, non cercare la rima, va’ nel modo in cui van sciolte le dita del pianista di Polanski sopra la sua tastiera immaginaria nel ghetto devastato di Varsavia, va’ libera senza cercare un bacio.
Va’ libera parola, non bloccare lo slancio, non lasciare che il pensiero offenda la memoria ed offra spazio a riflessioni storiche e giudizi per colpe nuove, usure e deicidi, va’ libera senza cercare un metro.
Va’ libera parola, non frenare lo sdegno, ti sospingano l’immagini di donne, bimbi e vecchi dietro il filo spinato, ti soccorrano i ricordi di forni crematori e marchi ai polsi, va’ libera, componi pure a braccio.
Va’ libera parola, non temere interruzioni della tua spirale di fiati senza sosta, uguale a Primo Levi domanda che scolpita sia nel cuore la Shoah: come al pianista sta’ certa non ti mancherà la musica.
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