Pubblicato il 04/05/2012 08:18:11
Come quando la voce si spezza in cocci incrinati di pianto,
e raduni in anfore vuote miracoli d’acqua mentre il vino annunciava un’uva risorta,
così tu ti volti a guardare complici cerchi, orme errabonde, e riprendi all’indietro il cammino
senza appoggiarti alle sponde arrese all’antico dolore, alla rabbia dei giorni -
vacillando in esili sogni, alate laudi del mattino.
Scivolano sillabe come muschi esalati dall’umida bocca nel bosco creduto lontano.
Allora ti ammanti di verde corteccia di foglie, fingendoti nuova con chi ti credeva, o sperava, perduta.
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