Pubblicato il 03/05/2012 22:03:07
Fu comespalancarsi sul profumo dei limoni sfiorare il Mediterraneo oltre la roccia tenace di frontiera, inondarsi di golfo ampio varcare Genova in faccia al mare.
Il paesaggio in corsa dinanzi alle parole si ferisce di dirupi si abbacina di neve e frutti sotto il sole si ricompone in piani ondulati molle di acque millenarie e di malaria.
Ho visto donne inanellare chiome di leggiadro popolare ho percorso il ciglio dell'ossimoro stato perenne di grazia e di abiezione.
Ho ghermito il tempo io atomo d'uomo mi sono spinta sul sigillo dell'ingegno sul passo dei briganti fierezza ed anarchia di terra disperata ferino grido della fame.
Di quel viaggio scorro talvolta qualche istante liquido di naviglio che in una mattinata di platani d'autunno mi condusse al cospetto di un policromo miraggio multiforme di marmo e dei riflessi di pianura. E ancora di bellezza io sfavillo.
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