Pubblicato il 04/02/2012 08:47:02
Siamo distesi l'uno accanto all'altro da migliaia di anni. Ci uniamo come getti di rami perché nasca un legame vivo.
Aggrappati l'uno all'altro come quegli amanti del neolitico trovati intorno a Mantova, che si abbracciano stretti nella fossa attorniata da un manto di pietra, nella terra come in un letto quando un raggio apre la stanza della finestra.
Le nostre labbra in una vescica d'aria. In una fenditura che compare nella lastra di ghiaccio del tempo.
Moriranno i nostri dei. Si spezzeranno le catene di cause avviate dai nostri pensieri, dalle nostre azioni. Cesseranno di esistere tutte le nostre opere. Finiranno le parole e tornerà il silenzio. Il silenzio parlerà ininterrottamente.
Siamo un vuoto che ha bisogno di una forma per apparire.
I nostri occhi, liberati dalla morte, diventeranno un sole, brilleranno. I nostri respiri, liberati dalla morte, diventeranno vento -
(tratta da "Almanacco dello specchio" 2010-2011, a cura di Francesca Fornari, Mondandori 2011)
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