Alba corrotta
che il fervido
non plausibile assolo
d’un ignoto pennuto
accoglie trionfante,
boriosa ti vanti eppure clandestina
inizi un giorno che non avrà
memoria più d’un breve temporale.
All’ombra del mondo
mentre s’agghinda il male e prestigia
i suoi miracoli il bene
s’appresta al suo niello nelle ore
l’antica pietosa illusione.
Solitudine è attendere
l’apprensione sorella
nella tua voce che numera
di sorde megere i visibìli
dal fondo dell’anima scarnita
e il notturno cordoglio della vita.
Davanti alla statua della tua assenza
io stesso statua
mentre è famelico della sua coda il mondo
seguo i contorni del tormento
che già mi avanza e il mistero
preistorico della distanza che spazio
e tempo affratella.
Forse perché fosse il pensiero
fu fatto quello, allo stesso modo
ebbe un’ombra il bello.
Ma ricercare è invano;
tra l’abbraccio e la fuga vigoreggia
una domanda identica e il tempo sostiene
una terra che non dimentica.
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