Pubblicato il 04/04/2012 19:26:56
"Guarda Cristina, sono arrivate le rondini" - è la tua voce di sempre sul piccolo balcone dove hai disposto vasi e una lunga asse bianca per riparare la gattina Lilli e farcela camminare sopra nelle stagioni del tepore.
E ti guardo e sei sempre quello anche se la luce sui capelli e sul tuo viso ha sfumature d'ombra, ma si dirada negli occhi che parlano di cose assolutamente necessarie, come te qui nel tramonto, proiettato sull'essenza della sera che attende l'espansione densa della cena, coi colori, coi sapori che convergono in un tempo indefinito eppure tipico di questo luogo dove da bambina venivo qui in vacanza ed ero già senza saperlo "adesso" - imparavo i pomodori nella teglia - e sui pianerottoli rimbalzano le voci amplificate dal silenzio delle strade. Perché la sera sono odorose tane le case - non importa la grandezza o il lusso o la bellezza - contano il rosso, il viola, il verde di zucchine profumate e offerte alla speranza. Tu ci sei sempre, anche se non mi guardi so che mi vedi - aspetti il mio ritorno nelle diverse zone illuminate dal muoversi dei giorni - sempre riappare il prima.
"Guarda Cristina, sono arrivate le rondini" è fare sacro tutto quello che non abbiamo mai saputo dire. Il nome.
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