Pubblicato il 27/03/2012 14:19:10
Un giorno come pochi, vissuto in solitudine godendo, beato, momenti d’abbandono, dimentichi della moltitudine fragorosa delle genti.
Mi addormento, mi sveglio, di nuovo cado nel sonno, nel susseguirsi continuo di immagini, abbaglio della mente che il sonno confonde. In questo giorno
di marzo ove, ridente, la primavera s’affaccia nel cielo terso, da bianca nube - di sole splendente - solcato, tutto abbraccia nel tripudio - che mai stanca -
di colori e profumi per la mente inebrianti. In questi giorni sublimi, ove antichi barlumi di atavici rimpianti, riemergono medesimi,
Mi affaccio al mondo rinnovato.
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