Pubblicato il 26/03/2012 13:28:42
Guardo fuori, dall’alto. Algidi monti, distante solitudine, mattina rosa di luce tagliente. Attorno lavorano i ragazzi nella finzione del quotidiano impegno. Dopo un istante scosso da smarrimento torno a contemplare nell’oltre. Tetti rossi, selva di ritorte antenne, brezza tra gli alberi, qualche ramo spezzato Riconosco vette che ho asceso, sentieri remoti, larici acuti nel cielo terso, roccia, neve, ghiaccio: smarrirsi nel folto mentre un fortunale tormenta i pascoli e gli scrosci battono i ritorti rododendri. Il volo chiude troppo repentino mentre amareggiato mi ritrovo.
Duro lavoro quello del poeta ormai smarrito tra burocratiche occupazioni quando le sudate gualcite carte a null’altro servono se non a complicare la già pesante quotidianità degli affanni.
Galliate, 5 febbraio 2011
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