Pubblicato il 24/03/2012 09:29:33
E’ sera, ormai, tenebra crespa e taciturna sospesa tra rade luci grigie di stanchezza. Novara si ferma in qualche passante ignaro: sono veramente rari i volti quanto troppe le facce dure di pietra e così smunte di vita. Sarà l’indifferenza, dico, magari l’estraneità che avverto montare languida, una marea oscura d’abbracci muliebri che asfissiano ogni entusiasmo nel sopore del conformismo.
Aspetto. Scruto la prospettiva ricurva di via san Gaudenzio riflettersi nel porfido lucido di gelo. Il freddo, finalmente di stagione, accompagna quest’ultima decade di febbraio, mentre s’ostina a pungere: m’accorgo, contandoli, dei giorni trascorsi, ecco perché ora, qualche essenziale pensiero prima di tornare, si, senza rimpianto nella sfericità infinita dell’eterno essere.
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