Pubblicato il 08/03/2015 19:20:00
"Sentimentalismo marcato, enfasi ed eroismo. Il ritorno del cinema classico americano." Così, forse, si potrebbe definire Million Dollar Baby. Clint Eastwood racconta una storia melodrammatica dai netti contorni senza lasciare spazio a imprecisioni o sbavature narrative. I temi trattati sono molto forti come la boxe (sport incentrato attorno all'arco narrativo del film) , la cui ferocia può appunto fare da contorno ai toni eastwoodiani che, dopo i Ponti di Madison County colpiscono lo spettatore senza esclusione di colpi. Maggie Fitzgerald (Hilary Swank) è una pugile determinata ad allenarsi per riscattare la sua vita, e quando giunge alla palestra di Frankie (Eastwood), un vecchio pugile abbandonato a se, la ragazza viene rifiutata. Solo l'intervento di Eddy (Morgan Freeman) concederà una chance alla giovane boxatrice. Eastwood crea aftmosfere crepuscolari, con decisi chiari-oscuri per contornare l'ambiguità morale dei vari personaggi . In Milion Dollar Baby la catarsi si manifesta con la visita quotidiana in chiesa di Frankie per 23 anni ; la disgregazione familiare dalla squallida e avida famiglia di Maggie . Tuttavia il finale del film è il vero bombardamento emotivo inflitto al pubblico : Maggie affronta il suo grande scontro, la sua grande prova e il definitivo riscatto di una vita ma crolla a causa di un colpo scorretto e diventa completamente paralizzata. Lo sviluppo dell'intreccio si muove dunque sull'eutanasia e di conseguenza sulla forza di una fede religiosa che non può che deragliare su un'incosciente irresponsabilità (molto esplicativa la battuta che Frankie rivolge al parroco della chiesa "...lei ha chiesto aiuto a me, non a dio"). Tramite un omaggio alla lingua irlandese, la rivelazione finale ci racconta che il padre della boxatrice , da lei perso , altri non è che Frankie stesso. Eastwood accentua all'estremo la tragicità della vita raccontandoci , tramite la protagonista , come il grande combattimento che l'ha ricongiunta a suo padre sia anche il loro nuovo termine di rapporto. Questo film, infine espone in modo egregio a mio parere il binomio vita/morte : un turbinio di indeterminatezze che il regista inscena con lo sgabello che rende Maggie paralitica. L'unica nota un po' eccessiva ,che rende ridondante l'intera sinfonia filmica è la morte della ragazza , un eccessivo atto drammatico che stona un presumibile finale aperto. Questo avrebbe forse reso omaggio all'unico elemento , volente o no da parte di Eastwood, che regola lo sviluppo dell'intreccio : il caso.
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