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Il tango che ci pare

di Roberto Maggiani
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Pubblicato il 11/12/2008 19:07:04

(dedicata a Paola M.)

1

Il tango,
questo pigro spostarsi
oltre qualcosa ch’è accatastato,
questo forse troppo poco ballo –
ricamo ed arpeggio –
il proprio è l’unico transito.

Credersi mai arrivati,
appoggiati sì, certi no,
obliquità e storture
(talvolta fendenti per l’aria)
pesi come piombi,
gravi,
e mai sorrisi
se non per stupidi cenni
a sostenere comode simpatie.

2

Il tango,
ricordare ciò che doveva esserlo,
esprimere quanto è caramente doloroso –
perdere.

Ma che cosa lo rende potente e bello
insignificante e arnese da scasso?
Io solo, davanti alla pista da ballo,
la donna, la musica,
solo e piangendo, dicendo:
non devo, non posso…
fuori tempo, credimi Chica,
fuori tempo…
non si doveva dirlo
quel segreto
ai falchi su di noi –
voli e blandizie.

Quel tango non arriverà
né ora né mai
né a loro né a noi
che pensavamo dall’inizio
“è finita”, eppure siamo qui,
in fondo sereni,
su questa barca che avanza tra i flutti
mentre altri ormeggiano ad isole vicine
al riparo del loro
mai prenderlo troppo sul serio –
questo tango.

A dire il vero non l’ho mai imparato
non è ciò che credevo:
riparo, vicinanza, amore…
solo un grande, inevitabile,
profondo, triste dolore
e un passo da me a te
che mai ti raggiungo.

3

V’è un tango che ci pare
tanto semplice quanto inutile,
geometrico,
ballato su ellissi,
stabile su triangoli,
andante su rette,
punti fermi
piantati a colpi di mazza,
assi e mezze lune

v’è un oceano
in quel triangolo,
un abisso sotto le rette,
punti che sono partenze –
arrivi
e mai ritorni –
assi piantate nei cuori
e mezze lune di nostalgie
come lame taglienti poste
alle radici delle vite.

4

Argomenti inutilmente espressi:
“Non s’insegna, ma s’impara”.

5

Da quella insistente risacca
tra il fiume e il mare
paiono volersi elevare la notte e il vento
fino a salire sulla terra,
bisbigliando in segreto tra le fronde
di questo patio
dove mi trovo accontentato
da una musica
che ha lontane
le sue origini
e pare che voglia tornare al mare
per abbandonare queste rive inette
presuntuose.

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