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Le tue mani

di Pietro Menditto
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Pubblicato il 12/03/2012 17:25:25


Una donna non se ne accorge

se uno le mangia le mani senza pietà

perché il carnivoro

predilige la polpa

dove affondare la sua

sbavante cecità,

non la trasparenza della pelle

dove leggere la trama segreta

delle rotte del sangue, scorgere

il battito lieve di ammiccamenti

pulsanti e così ogni donna

le mani dimentica, ignora

le sue come tu adesso le tue

mentre le sto masticando

e ne faccio poltiglia

perché non riesco a dire

quello che vorrei dire

sulla lunghezza delle dita

un po’ ingrossate dal lavoro,

un po’ arrossate dai detersivi

e dalla vergogna di quello che hanno fatto

a uno più fortunato; sul quel po’ di nero

sotto le unghie che sono il lascito

d’un peccato; dita che battono

la pelle tesa del tamburo dei cuori

che hanno bruciato,

che hanno impastato nella placenta

bollente la sostanza confusa dei figli

e fatto e rifatto gli uomini

che ti hanno presa come conigli.

E a me invece prepari solo un caffè

con grazia veloce e consumata maestria

e nel mentre sono bagnate come il fradicio

desiderio di ogni volta che le ho sognate

perdendo la via.

Le mani che hanno l’odore del giorno

che le ha pregate di stringerlo

in vita per allungargliela e

dei luoghi segreti dove sono apparse veloci

come snelli, sotterranei animali,

sauri curiosi trotterellanti

in cunicoli che si affacciano nelle tane

occhiuti per una frazione di secondo

e poi scompaiono veloci come sono venuti.

Se si infilassero dove dico io quelle mani,

se una solo di loro afferrasse quella parte

di me da dove l’anima chiede di uscire

e prima piano e poi forte con carezze

e strette e pause sapienti e svogliatezze

maestre mi consolasse in un attimo

di una vita, diventerei lo zampillo

di me che schizza fino al cielo

con le tue dita che mi tengono in vita

                                          ben stretta la vita.

 



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