Prediligo i gatti perché affusolati e leggeri sono indipendenti.
Ma Lapo era un cane che sapeva il fatto suo:
aveva il giusto abbaio e tra i libri era soddisfatto.
All’apertura del portone di casa – all’apice delle scale – appariva il suo muso incuriosito dall’ospite e a difesa inequivocabile dei suoi possessi avanzava e poi rientrava festante scalpicciando sul pavimento.
Padrone delle padrone per affetto e decisione saltava sulla poltrona in attesa di una riverenza (abituato all’agilità felina mi appariva impacciato).
Le carezze gliele ho sempre date ma lui preferiva odorare molto a fondo con quel suo naso umido e lo sguardo a chiedere un biscotto.
Lapo – ne sono certo – è rimasto soddisfatto del suo essere stato al mondo.
Se n’è andato seguendo la pista dei cani bravi e senza museruola.
Il suo ricordo è anche nella letteratura ma lui corre nella nuova terra canina
dove in nessun luogo è scritto Cave canem.
[ Testo pubblicato in Per Lapo, Autori Vari, Edizioni Gazebo, 2011. Raccolta di testi e testimonianze in memoria di Lapo, bracco tedesco dal mantello roano, nato presumibilmente nel mese di dicembre del 1998, adottato l'11 novembre 1999 dall'amica Gabriella Maleti a Firenze presso il canile comunale. Lapo è deceduto il 27 maggio 2011. Questo testo è la mia testimonianza di affetto per Lapo e per Gabriella. ]
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