La Poesia Della Vita ha come sottotitolo Il libro che proclama lo stupore ed è dedicato A quanti hanno occhi e cuore per la poesia della vita; si compone di sedici prose poetiche intervallate da trentaquattro poesie e si articola in sei sezioni introdotte, a loro volta, da citazioni tratte da San Francesco, dai libri profetici della Bibbia, dal Nuovo Testamento, da San Paolo.
Kierkegaard lo avrebbe definito uno scritto edificante e, in effetti, lo è: Padre Celeste! Da Te non vengono che doni e beni perfetti. Quando Tu chiami qualcuno perché sia maestro agli uomini, guida degli animi inquieti, bisogna anche cavar profitto dal suo insegnamento e dalla sua guida col seguirli. Concedi allora a chi è inquieto di mettersi alla scuola di questi maestri istruiti per Tua divina disposizione: i gigli del campo e gli uccelli dell’aria! Amen[1]. Il passero, infatti, è il primo maestro che incontriamo nell’incipit dell’opera ed È solo… non ha paura… dei nostrigrovigli mentali o reali che siano; ha fame e con semplicità si avvicina per le briciole che potremo dargli sfidando, con la sua determinazione, le nostre fragilità emotive e le nostre certezze esistenziali. Segue la nebbia che sfuma ogni contorno ricoprendo di sé ogni cosa, perfino la nostra vita, e ci spinge a cercare una via d’uscita aggrappandoci a piccoli segni che possano indicarci il cammino per uscire da noi stessi e tornare a contemplare il creato e dialogare nuovamente con Dio: t’ho visto nel cielo/ che la riva lambisce.
È un percorso, la poesia di Baldini, che conduce al sorriso, alla gioia di scoprirsi fragili nelle mani di Dio: le creature si specchiano nell’immensità del creato, nello sguardo degli altri che non è minaccia ma incontro; nella bellezza dei paesaggi marini e nella profondità degli affetti. La fede è la luce che accende la vita, che inonda ogni cosa di armonia e di pace, ma non di quiete come la morte, bensì di ardore per la vita anche quando tutto sembra privo di senso, quando la realtà intorno a noi e dentro di noi sembra sgretolarsi, quando la realtà sembra persa per sempre. Così è il poeta, come l’uccellino che si unisce ai compagni dello storno e canta e danza: Oh immensità/ di tinture/ e gli umani piccoli/ puntini ammiranti/ dal basso/ rivolti in su./ Come tele s’immortalano/ all’imbrunire/ e s’infiammano/ nell’aria a sera.
Il libro che proclama lo stupore, come scrive l’Autrice, è la meraviglia di sentirsi amati e di amare perché solo l’Amore sconfigge la paura di esistere. Donarsi è come nascere ogni volta, come aprirsi alla vita ogni attimo e lanciarsi nel mare dell’Eterno: Nugale non sia il/ tuo vivere. Anche in questo Kierkegaard sarebbe stato d’accordo! [2]
Il fumo e i bambini, poi, ci insegnano a conquistare spazi aperti, la gratuità del gioco che non è possesso ma evoluzione continua che non incontra ostacoli né barriere di alcun tipo. I limiti sono nella nostra mente, nel nostro stile di vita ancorato alle abitudini, alle cose che accumuliamo; all’avidità che ci contraddistingue e che ci spinge a possedere piuttosto che a donare: che ci allontana da quel senso di meraviglia e d’immediatezza che appartiene all’infanzia. È tempo di avere coraggio./ In tempo di pandemia/ela poetessa ci invita a esserci, a non sprecare l’occasione di un rinnovamento, di una rinascita che, nel suo caso, passa, anche, attraverso la scrittura. Essere lievito e fon-dare comunità di lode, intravedere nel particolare il tutto, scrivere la gioia guardando all’eterno. Monica Baldini si è data questo compito e La Poesia della Vita è una testimonianza e un invito alla lietitudine per tutti noi. È un impegno a costruire il mondo, a edificarlo con sapienza.
[1] S. A .Kierkegaard, Preghiere, a. c. di R. Di Donato, Realtà del Divino, Roma 2000, pag.12.
[2] …quando io unisco l’eternità al divenire, io non ottengo la quiete, ma il futuro. S. Kierkegaard, Postilla conclusiva, in Opere, a c. di C. Fabro, Firenze 1972.