Pubblicato il 25/02/2012 00:44:42
Questa gioventù, becera e bigotta, straniera, a me ostile, alcune volte spontanea, altre affettata, refrattaria, appassionata di volgarità, artefatta, a tutte le ore indomenicata, dalla faccia ricamata ed efebica.
Questa gioventù vicina ma distante, diversamente da me pulita, profondamente ligia a se stessa, alla sua istintività che la fa selvaggia e corruttrice, cacciatrice, extraterrestre e non più urbana, ignorante.
Questa gioventù malata, informatizzata e ignava, è a me negata, sfuggevole come cirro nel vento, come il secondo nel tempo.
Questa gioventù santa ma colpevole perchè corruttrice, meretrice, quest'oggi è a me fine.
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