Un poeta non è sempre poeta
come un pasticciere non è sempre
uno prigioniero delle lecconerie.
Cosa sono allora i poeti
quando non scrivono
sotto il giogo dell’ispirazione?
Si schiarisce la voce la vecchia;
va a confessarsi; si inginocchia
sul legno e comincia a parlare.
Il prete non può credere
alla pornografia che quella
gli passa attraverso i fori
del confessionale. <<Ha provato piacere?>>
<<Sì, piacere e anche male che, come lei sa,
è l’ingrediente indispensabile per godere
e prima l’ho eccitato con la bocca non senza
essermi tolta prima la dentiera…>>
Una lunga pausa segue la confessione
dove mondi cozzano con mondi nel fresco
un po’ umido della chiesa in ombra;
il prete stravolto nell’abitacolo levati
gli occhi a un presumibile cielo;
la vecchia che ha fretta e tanta voglia …
Ma la guerra dei mondi non lascia tracce:
nessuno ha vinto, non c’è un quid che affiori
da chiudere in un recinto e il silenzio ingoia
tutto prima che la coscienza animi un fatto.
La vecchia quindi si alza per espiare
con le preghiere di rito, ma sente male
solo alle ginocchia e mentre prega
pensa al ragazzo che ha sedotto,
a quando lo rivedrà – lei col trucco
un po’ pesante e un negligé che
miracolosamente non si è ancora strappato.
Il ragazzo abita di fronte alla vecchia
e quando la va a trovare - portandole qualcosa
da parte del vicinato - fanno ripetutamente
tutte quelle porcherie.
Un poeta non è sempre poeta
come un pasticciere non è sempre
uno prigioniero delle pasticcerie.
Il ragazzo quando non fotte la vecchia
scrive magnifiche e struggenti poesie.
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