L’amore è uno spazio espanso
[ Da Sì dopo sì, Edizioni Gazebo, 1998 ]
*
Ho sempre seguito l’istinto
creduto l’amore
più forte della morte.
Anch’io mi sono immerso nel dolore
ferendomi (riarso urlai).
Nonostante tutto
ho continuato a credere che Dio
si è calato nella mia vita.
Da allora importa poco chi ho incontrato
amato odiato o lascerò.
Il sole continuerà a sorgere e tramontare
la luna seguirà il suo ciclo
il calore invaderà ogni mattino la terra
il passero continuerà a volare, il fringuello a cantare
il merlo avrà ancora i suoi piccoli.
Sì, nulla importa
se non quella fresca sera in cui ho potuto amarti
vita.
*
Dietro nembi di nuvole
una luce sfolgora.
Una danza, una donna.
Il chiarore degli anni giovani.
La sua testa è anomala.
Il calore di lei è fiamma.
Quando balla
richiama intorno a sé
mani festanti
volti sorridenti.
Come i Tuareg
o gli indiani d’America
danza e danza.
Il ragazzo gode
la sposa canta.
*
È solo, il Merlo
nell’angolo della piscina.
Parla con sé il Merlo
nella corsia della piscina.
Non è solo, il Merlo
scorre i galleggianti
e parla, il Merlo.
Nell’angolo della stanza
al suo tavolo
parla solo, il Merlo
balbetta cianfrusaglie.
Sembra una rana, il Merlo.
Letizia cerca il Merlo: “Checooo!”.
Canta Letizia fuori dalla porta.
Il Merlo al buio ascolta
e risponde a sé.
[ Da L’indicibile, Editrice Fermenti, 2006 ]
*
Ci sono corpi che si attirano.
Le loro forme si riconoscono
(non so a quale luce)
si compenetrano
scivolano dall’uno all’altro.
Si disgiungono – senza conseguenze
o conseguentemente a fratture – senza ritorno.
Distillati in gocce
sono assaporati da spiriti affini.
*
L’amore è l’unica ispirazione.
Quale amore?
L’amore che dà dolore
(il dolore che dà l’amore non misurato)
che impiega anni (secoli) a percorrere
le terre che gli appartengono.
Acqua, troppa, che infanga.
Attendo – forse tutti i tempi cosmologici –
che i monti scendano a valle
che il mare si prosciughi.
Passione e amore –
legati poi saldati poi disgiunti
opposti e compenetrati.
Ama chi si consuma e non marcisce.
*
Chi sei Tu che compari nella notte
che porti i miei passi
per strade silenziose
mescoli i nostri corpi
dopo molte ore mi lasci?
Chi sei Tu che ti presenti nelle notti di maggio
che cammini al mio fianco
impaurito come un bambino?
Tu che non dimentichi le nostalgie
le recuperi dal grande abisso
le sollevi alla dignità dei ricordi?
Tu che rinfreschi le labbra
vibri nella coscienza?
Tu – che non giudichi né condanni
solo apri le braccia (chiodate)
stringendo tutti i dolori?
[ Da Cielo indiviso, Manni Editori, 2008 ]
L’inizio e la fine
Un ragazzo legge una lettera d’amore
con la schiena appoggiata alla parete di una casa
in un vicolo tra la folla andante.
I suoi occhi scorrono –
infine un sospiro e il pensiero
che prende il suo volto
e sbatte la lettera sulla mano sinistra.
Volesse ascoltarmi e capire che dall’amore
non c’è uscita ma solo quell’ingresso
quel passo falso appena compiuto
io testimone impotente
invidioso della genuina forza che inizia
come una stella nuova
che ne è la gloria ma già anche la fine.
Non è stato possibile
Dopo esserti acceso
sei rimasto così
un po’ assorto
ritornato dal cielo
sulla terra di coloro
che ti attorniano
con la maglietta di lei
tra le mani –
la rigiri e gliela porgi
con un vago sorriso
che scompare
non appena se ne va da te
allungando i suoi piedi sulla spiaggia –
i suoi capelli precedendola nella brezza.
Inutilità
Ti ho cercato tra gli ormeggi
nell’oceano del sud-ovest
e poi eri qui, vicino alla finestra
seduto sul mio letto
nell’ora dopo il tramonto
mentre la luce scompare
tra lo stridio dei gabbiani
e il tocco della campana –
ti accarezzavo silenzioso
e pensavo quanto è inutile
il mio delirio d’oltremare.
[ Da Insistenze, inedito ]
Intero amore
1
Quando mi soffermo
negli occhi delle persone
precedo ogni loro movimento
come se avessi molto tempo.
È come una preda che si accorge
troppo tardi della trappola
ma fugge graziata –
prima che si dibatta
e si frantumi il cuore.
2
Non ti lascio mezzo amore
ma intero e gratuito
come non ti aspettavi.
Ora sei costretto a non chiamarmi estraneo
ma amico o fratello
perché quello che hai visto
è intero amore.
[ Da Navigazioni incerte, LaRecherche.it, 2011 ]
Non si dovrebbe
1
Come posso non raggiungerti
arrivando dalle stelle
alla misura della spiaggia su cui giace
il tuo corpo –
quello segreto
e senza il lato di copertura
da dove si avvicinano le distanze
per portarsi via un po’ di te
e del tuo corpo –
così benedetto tra le forme dell’oceano?
Amore? Non si dovrebbe pronunciare
in una poesia come questa
che vorrebbe avvicinarti.
2
Il tuo sguardo dritto e limpido
taglia il destino, come la chiglia di una nave
il mare azzurro del tuo Portogallo –
mostra la stessa bellezza
che fugace occhieggia
e sospira in attesa di una mia risoluta
rivendicazione presso i corpi del mondo.
Affermazione d’amore
Ho un solo amore
marcato nel circondario
della terra –
è l’unico previsto
quello definitivo –
sempre sole del mattino
teorema senza dimostrazione.
La sua lettera è la G.
Dire a tutti l’amore
Patire è partire senza qualcosa
è come partire senza una erre –
ostinata intenzione di allontanamento
di due parti che, separate, cambiano il senso
l’una all’altra.
Perché non ora cambiare direzione
e anziché allontanarsi
convergere verso il comune centro
e dire a tutti intorno a noi
che l’amore è la nostra scusa
e che neanche Dio può
farci niente
stretto com’è tra i nostri cuori?
[ Da Spazio espanso, inedito ]
Caduta
Sono qui a scrivere di stelle e particelle
di bolle di big bang e spazi espansi
di ciò che forse è stato
o di quello che non sarà mai.
Ma poco più in là cado nell’amore:
di questo vorrei parlare
di ciò che non so dire.
La poesia
L’occhio non ha sesso
Quando moduli l’azzurro dei tuoi occhi
è come se mi tagliassi
via dal reale
per gettarmi nella fornace dell’amore.
Ahimè, io che di poesia
non facevo parola ad alcuno.
Disfatta
1
Dove sei primo impianto dell’amore
prima allegria e conforto inaspettato?
2
Dove s’addensa l’ombra si scolora la materia
s’evince una disfatta.
[ Da Nella frequenza del giallo, di prossima pubblicazione, LaRecherche.it, 15 marzo 2012 ]
*
Se poi tu
che mi osservi da così lontano
riuscissi un giorno
a passare da queste parti della galassia
con la tua astronave
e a mostrarmi i tuoi piedi
la tua nudità completa
e a capire quanto tu sia molto più terrestre
che extra
allora ti vorrò baciare.
Saprai sottrarti all’Universo
e adattarti a questo calore o a questo freddo?
Ti basterà casa mia da abitare?
Mi insegnerai come si sottrae la vita alla morte?
O la morte ci porterà davanti allo stesso Dio?
Cerca di arrivare in una notte in cui saprò
mostrarti che cosa significhi per me l’amore.
Ti farò ascoltare Set fire to the rain
e poi La differenza tra me e te.
*
Sempre vado al mare
come l’acqua dei fiumi
per istinto o per amore.
G.
Quest’amore è speciale e unico
perché è nostro – di nessun altro –
così come ogni altro amore è speciale e unico
perché non è nostro – né di nessun altro.
È simile alla morte che non ha soluzioni
né aspettative – al di là della fede –
di ciò che si crede o non si crede –
essa aprirà la porta ad una sconosciuta verità –
così l’amore cela il nostro destino e apre la porta
di ogni giorno su una gioia sconosciuta.
*
1
Sul tuo collo c’è la mappa di un amore.
2
Il tuo corpo è il disegno di un piacere –
una mappa
forse un nascondiglio.
Sei disfatto nella posa
scolpito come un’aurora
dalla luce che scoperchia i monti
e li sottomette.
Nel tuo corpo è inscritto
il godimento
una soddisfazione esplosa
sul bordo del tuo dispetto.
A Pietro
Sei amato senza condizioni
ma già una vasta solitudine
sembra accamparsi attorno a te –
qualche volta stringe i fianchi
ma non vince: così è per chi
è venuto all’esistenza.
Sei nato da pochi giorni
eppure quando apri quei tuoi occhi
piccoli e azzurri
vedo fin d’ora la forza e l’orgoglio di un uomo
che lotta contro un mai visto nemico
e già interroga il bene e il male.
Sei una forza in pochi attimi
un impulso che attraversa la mia vita
e libera il cuore nella più grande delle gioie
sei l’incontrastata potenza del mio destino
che sgretola ogni ruvidezza e riepiloga
i giorni in un sorriso.
Sei un condottiero senza armi né eserciti
che dimostra il suo valore nella foga del sonno e della fame.
Sei una domanda che non avrà mai risposta.
Sei la biologia che ora qui
diventa principio d’esistenza.
Anche se in un luogo qualunque del Cosmo
esistesse altra vita, tu mi fai pensare
che nessuna potrà essere bella come la tua
piccolo uomo e principe –
apice della piramide evolutiva dell’amore –
mio delirio e salvezza.
Infine, dopo tanto pensare
non so che darti un semplice bacio
a suggello di quest’amore che m’invade.
In treno da Carrara a Roma, 10 aprile 2011, ore 21
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