Premessa
Oggi il problema della salvaguardia dell’ambiente costituisce uno dei fattori discriminanti tra “civiltà” e “barbarie”. I recenti accordi tra gli Stati Uniti e la Cina per porre un limite all’inquinamento industriale, ci offre lo spunto per approfondire un tema di estrema urgenza e attualità, che forse è bene vedere anche in una prospettiva storica per meglio comprenderne le implicazioni non solo ambientali e sociali, ma anche economiche. Di qui è nato questo breve articolo, che porta un titolo per vari versi forse poco familiare ai lettori: “Diseconomie industriali”. In nota riporto una breve bibliografia di riferimento per chi volesse approfondire l’argomento.
Il fabbisogno di materie prime
Poiché le materie prime sono distribuite casualmente sulla crosta terrestre ed esse devono essere redistribuite secondo i bisogni della società, la domanda industriale di materie prime comporta un aumento del commercio internazionale: “Sul piano ambientale il problema di fondo riguarda le relazioni fra sviluppo del commercio e protezione dell'ambiente” ( Maiocchi, 2010, p. 77). Un effetto conseguente dello spostamento di materie prime verso i luoghi di trasformazione industriale è anche lo spostamento di altri fattori della produzione, come la migrazione della manodopera e gli investimenti di capitali in vari paesi. Lo stesso colonialismo del XIX e del XX secolo nacque non solo per la collocazione dei prodotti finiti delle potenze industriali, ma anche per il fabbisogno di materie prime.
La brusca inversione delle tendenze demografiche
Dopo la penuria di risorse, il secondo male maggiore della crescita economica è l’inquinamento industriale, che tende a privare l’umanità del suo ambiente naturale e, in prospettiva, ad elevare il tasso di mortalità, producendo addirittura una brusca inversione delle tendenze demografiche: “L'aumento dell'incidenza e della mortalità per tumori dell'apparato polmonare viene posto in relazione con l'abitudine al fumo di sigaretta e con l'inquinamento atmosferico, originato dal riscaldamento domestico, dall'attività industriale” ( Lanza, 1982, p. 14).
Le tecnologie ecologiche
Gli stessi materiali modificati nella loro struttura dal processo produttivo, oltre a produrre una evidente degradazione ambientale, si reinseriscono con estrema difficoltà nel riciclo naturale. Infatti, al giorno d’oggi il disinquinamento assume il vero e proprio ruolo macro-economico di fattore della produzione. Oggi l’ economizzazione del problema inquinamento ha determinato un’importante serie di innovazioni, come le cosiddette tecnologie ecologiche, vari prodotti meno inquinanti e l’affinamento delle tecniche di valutazione dell’impatto ambientale: “Innanzitutto cerchiamo di comprendere il significato del termine: quando si parla di "Green IT" si fa riferimento a un nuovo filone di studio e di realizzazione di tecnologie ecologiche o verdi rivolte al rispetto dell'ambiente […] Non sono le automobili, le industrie, gli aerei, le discariche varie a rendere sempre più improbabile il futuro dell’uomo su questa terra?” ( Teti, 2009, p. 7).
Catastrofi ecologiche e “vulnerabilità” del nostro ambiente,
Fra i problemi indotti dalle Rivoluzioni industriali ricordo infine quelli che, a causa della loro nocività, provocano un’ evidente diminuzione della qualità della vita. Questo è un fattore che, a differenza delle ricchezze, non può essere monetizzabile e misurabile per mezzo del cosiddetto valore aggiunto, che è un parametro indicatore del livello di ricchezza di uno Stato. A differenza dei beni economici, i beni che riguardano il benessere dell’umanità, come l’acqua pulita, l’aria pura e il godimento delle bellezze naturali, sono beni liberi e gratuiti. Di qui deriva la necessità di mettere in discussione ogni giorno le cosiddette diseconomie industriali, che alimentano sempre più le preoccupazioni del cittadino intorno al timore di catastrofi ecologiche e alle vulnerabilità del nostro ambiente, sempre più sottoposto a fattori distruttivi di origine umana più che naturale: “Il proliferare di zone industriali in tutto il Paese non può non incidere sulle caratteristiche del trasporto di merci [...] In realtà concorre ad intensificare i trasporti su strada aggravando il traffico della rete e creando diseconomie a carico della collettività” ( Pasquini, 1974, p. 124).
Note
Lanza, G.G. (1982). Attualità in oncologia. Padova: Piccin.
Maiocchi, A. (2010). Altiero Spinelli e il modello economico-sociale di sviluppo. Altiero Spinelli: il pensiero e l’azione per la federazione europea, a cura di U. Morelli. Milano: Giuffré.
Pasquini, M. [a cura di]. (1974). Ambiente e informatica: problemi nuovi della società contemporanea. Roma: Servizio studi legislazione e inchieste parlamentari.
Teti, A. (2009). Il futuro dell'Information & Communication Technology: Tecnologie, timori e scenari futuri della “Global Network Revolution”. Milano: Springer-Verlag.
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