Per un punto passano infinite rette,
ma in tutte le direzioni, non soltanto
sul piano di concentramento illuminato
dalla lampada azzurrata.
Allora attenti agli occhi, preservateli
dagli aculei! Potete sentirmi? Va tutto bene.
Va tutto bene. Vi voglio bene.
Lo stesso, quindi, vale per un ombelico.
Pertanto beato chi ne ha due, meglio se gemelli
e un'unica retta quindi sulla quale appollaiarsi
nello show garantito dell'ara parlante.
Qui invece si discorre o discute di chi ne ha uno
[l'argomento era parallelamente Il Caso, della necessità
non essendo quello dopo la sua morte per gas in Europa
orientale. Il Caso, concluse per tutti un tale con cattedra a Tapioca,
volle che un bottone restasse dove era caduto – nulla potendo
intemperie, pedate, perché trovavasi il citato per caso in una
commessura (quasi una trincea) che lo protesse dagli
spostamenti - . (Non potevano sapere essi che accortamente
lo avevo evitato per un anno , per la scienza tetraplegica
degli idioti che furono pagati in vece della mia diligenza-
venerazione per quell'occhio velato da una cataratta in
similpelle)].
Ma tornando a noi, quello che vide Euclide fu solo
un millimetro di ordinata vanità.
Ho sempre stazionato (pure praticando migrazioni
da monarca) tra il più e il meno (ma sempre! - repetita iuvant -
in ogni direzione). Per questo al quiz scelsi (pur proponendomi
solo busta 1, busta 2, busta 3) quella meno zero e mi dissero
che forse non avevo capito il disponibile ma io contestai e il
presentatore e il notaio e la trasmissione. Dissi che sostituivo
uno (vedi un po’ i numeri!) che all'ultimo momento si era illu-
minato. Ma non ci fu verso, o questi, se tali.
Le infinite rette, gli applausi con una mano sola, la busta
meno zero, il punto-ombelico all'infinito trafitto da infinite rette a for-
mare il riccio indefinito multiversale… Molti saranno chiamati ma…
Quello che sento da sempre è l'odore che dà la vertigine
della vernice fresca con cui è continuamente frescata, rivestita, colo-
rata, addobbata, camuffata ogni mollica, mollecola.
Vernice fresca per le nostre casse da vivi e, come chiamarli/e?,
quegli/lle uccelli/e che sbattono contro la volta nascimentale del mio cranio
(essi/e vedono in trasparenza, vedono la trasparenza).
Allora… Allora chiude il libro delle Salme e mi dice: "Abbi fede !".
Ma se è proprio questa una fede! La certezza della vernice fresca,
su tutto di nuovo nuovamente e per sempre riverniciato, il davanti e il retro
della casa, l'interno e l'esterno del mio cranio e come chiamarli/e
quelle specie di uccelli/e che impattano continuamente contro la
c'era una volta della mia cupola/cranio e a questo sono stato chia-
mato e l'odore acre, inmeagente mi brucia le mucose che continua-
mente vengono riverniciate…
Vernice sempre nuova sugli oggetti della mia tenerezza che
invano tento di occultare nel freezer, in posti dove nemmeno il più
matricolato dei topi d'isolamento mi illudo riuscirebbe a scovarli e mentre
lo scrivo al computer pure il Norton si arrende e sventola un drappo bianco
inutile a dirlo, immediatamente imbrattato;
vernice freschissima sulle ceneri dei miei morti, sui figli
che io e mia moglie non abbiamo nemmeno potuto seppellire, ver-
nice sui vivi che incontro grondanti di colore, mi telefonano e dopo
un po’ si impaperano per i fili colanti di essa pure tra le loro labbra
dischiuse e Molti saranno chiamati ma…
Come deve essere tutto questo ad ascoltarlo pure posso
vederne un effetto in te che guardi di lato riverniciata alla fine di una
intervista su come intendete salvare una specie se non fosse per voi
in via di liberazione…
L'ultimo fotogramma fermato alla platea nauseante e unanime
di quelli che aspettano il sabato…
Chi ha fatto questo conosce la vernice e il modo di produrne in continuazione.
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