Pubblicato il 16/01/2012 19:19:45
Vaga il pensiero ramingo, come un viandante stanco nel silenzio d’inverno.
Nel cuore la prima voce d’una viola sussurra dolce e malinconico l’andante.
Riposa il re nella coltre di brina scintillante.
Nel crepuscolo di nostalgia mi ammanto d’evanescente luce.
Calerà la notte d’inquietudine, di solitario smarrimento.
Tu sei con me, oltre la morte e l’umano inganno, in ogni palpito di vita del vento.
Mi rifugio sul sentiero innevato che nel ricordo ancora candido biancheggia.
Non cede il mio maniero all’assalto feroce. Dalle tenebre dell’oblio emerge alta, chiara, nobile, la regale voce.
L’assedio infuria, dilaga l’incendio, il corno per la valle capitolata riecheggia.
Stanca, ma non doma l’aurea elsa impugno, in alto fiero lo stendardo campeggia nell’infittire della battaglia intorno.
All’assalto trionferò, nell’alba di vittoria compirò l’epico ritorno.
L’ombra del sovrano su di me veglia, come il nascente sole d’un nuovo giorno.
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