Pubblicato il 04/11/2008 17:55:34
Dal mio cervello esplodevano, poveri fuochi, frasi di latino intraducibili ed io già intravedevo all'uscita di scuola il tuo sguardo che traboccava una gelida delusione. Lontana. Vicina nel tennis virtuale con scambi sotto rete di citazioni inutili eppure travolgenti. Amanti entrambe di abiti retrò e immensi giacconi nelle cui foreste nuotava il popolo delle caramelle. Insegnanti "dal gran cuore". Vicina...Vicine. Lontana la tua malattia che sprofondava la liquida mente in una densa nebbia. Cercavo di afferrarla rabbiosa mentre affannata tu tentavi di rianimare le tue cellule morte, declamando Dante improbabile e splendido artificio d'una primadonna. Vicina finalmente e per sempre mentre muoio bambina fra le tue braccia chiare come l'alba.
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