di Meth e Nabil Nada
E' l'augurio e che il tempo ti sia propizio
fuori dall'uscio una volta culminante
e novizia, indistanziabile, non confusa la luce
ne divisa in quarti e mezzelune
che sia estromesso l'instabile
un aggettivo di (in)umana separazione
L'emorragia dei giorni,
del nostro secolo corrotto,
supremazia, sistema, gloria
e democrazia
parole come foglie di nebbia
in orizzonte sfumano.
Il tutto, il nulla,
l'uguale il differenziale,
l'uomo senza dunque, la donna non mutilata
la mosca sul bimbo, la spina nei piedi,
l'assegno sociale, la via di Damasco,
i passi di un essere gambero, invariabili come pensieri.
Il vento bisbiglia il tuo cuore umano,
grovigli di pensiero piangono,
notte ribelle,
stelle sparse nell'universo.
Ma ancora non è tardi,
abbracciare Dio e rinnovargli gli auguri
Perché è nel dentro (avrei potuto) l'antico
l'origine si confonde e trascorre,
aurei si sobillano i sensi pieni di grazie,
nel possesso di un futuro destrorso
avresti voluto sussurrare la guerra è finita,
è gettata di ghiaia nelle dita di bambini e aquiloni.
Perché è nell'ovunque il cielo
dipingeteci comete d'innocenza, di pace
rinasce, non dorme.
E tu, Homo Sapens
sii creatura di Dio
qualsiasi sia il suo nome.
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