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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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La terra originale

Poesia

Eleonora Rimolo
LietoColle

Recensione di Federica Gullotta
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Pubblicato il 12/04/2019 12:00:00

 

Uno dei principali ostacoli che si pongono di fronte ad un giovane poeta che ha alle spalle meno di trent'anni di vita è la profondità ovvero l’onestà poetica, i temi, cosa si vuole raccontare o insinuare nella mente del lettore, e perché.

Allo stesso modo uno dei principali difetti di poeti di tutte le età che salta all'occhio subito è proprio la disonestà poetica che – attenzione – non va confusa con l’invenzione o con una falsità che è propria della poesia, che spesso lascia intendere e non dice, o spiazza e turba il lettore.

Con disonestà intendo mistificazione del concetto di poesia, svalutazione della poesia che senza temi profondi e senza coerenza, si riduce a sterile gioco di parole, oppure a superficiale mescolanza di tematiche altrui, non proprie, saccheggiate da altri autori e da vite mai vissute, o forse da certi cliché del poeta ancora duri a morire.

Eleonora Rimolo è differente. Questa giovane autrice, al suo secondo libro La terra originale, edito nella collana Gialla – pordenonelegge.it di LietoColle, ha come punto di forza sin dalle prime pagine proprio la chiarezza dei temi, degli intenti e la profondità di pensiero.

La sua attività di insegnante e studiosa della letteratura fa sì che i suoi versi molto nitidi, chiari e calibrati, risultino una continua, interminabile riflessione da cui difficilmente il lettore può sfuggire, e questa riflessione è veramente seria. Voi direte: tutte le poesie sono serie. No, io leggo raramente poesie serie. Una poesia è seria quando impone attenzione e immedesimazione al lettore, quando, come nel caso della Rimolo, la ricerca insistente e difficile delle proprie origini porta il lettore a interrogarsi su quali siano le sue origini, e se sono realmente quelle in cui ha creduto fino a quel momento.

Non c’è pietà nei versi di questa poetessa, non c’è sentimentalismo. Non è una “terra” irreale o nostalgica quella a cui anela: “I maestri insegnano in silenzio
quando la sera viola svuotata/rincorre tra le nuvole lo spazio/sporco delle rotaie e dietro siede/ il nemico”.

Lo stile tradizionale cela una personalità diretta che non risparmia nulla al lettore, nonostante la forma apparentemente aulica. Rimolo è un'autrice consapevole del passato, ma perfettamente calata nel presente; al contrario di alcuni poeti della sua generazione che fingono di conoscere la vita, lei la conosce, anche nella sua banalità, nella sua fatica e nella sua mancanza di poesia.

Forse per questo ne ricava versi degni di essere letti.

 


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