Perché se arrivi
si intonano preghiere
laiche di vertigini,
di maree con cui mi ossigeni,
ribaltandomi in ogni incavo
fino a chiudermi nel bozzolo del lenzuolo di sotto
bolla di pelle
tana calda mentre fuori c'è il letargo,
fuori si muore nel caldo.
Ancora il meriggio è una magra guerra
migri nei tuoi lombi d'orso
e mi svezzi come donna di lupo,
e mi sfinisco fino al Plenilunio
(la piena della Luna),
la sua lievità sembra contrarsi
un impercettibile respiro
e bisbigliano fra loro le ombre
come un uccello della tempesta
sottomesso nella resa alla gravità.
Resto sconfitta
e vibro solo alla tua corda
unico nodo; mi sciolgo
sgocciolando di fiato
gravandoti nella bocca:
la madreperla non è mai bianca
e il resto è tutto nel contorcersi dei denti.
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