Ho visto un treno che scende negli abissi
nuvole che volano nel cielo
sorriso di una donna
sguardo di un bambino
Il treno sprofonda più giù
Piccole barche
Accarezzano
Il fruscio della follia
Il vento corre nel vuoto
Spostandomi la pelle
non muovermi
Non illudermi sai
Ora che assaporo questo
Momento
Le onde del mare
Iniziano un cammino
Fino a perdersi non so dove
Gli scogli neri
Tempesta dell’inferno
Cullano il mio cuore
Gli angeli in cielo
O meglio
Quell’angelo con le braccia
Nel vuoto e conserte
Che non conosco
Che guardo dal cielo
Che non mi dona nemmeno
Uno sguardo
Il mare infinito
Esaurisce le sue speranze
Gettando sulla spiaggia
Centinaia di onde
Come lacrime pronte
A tornare nel vuoto
Il blu scuro del mare
Confonde la pelle
Rispecchia in superficie
Mentre il sole
Scalda
Il mio viso
Ora con un toscano in bocca
Le onde continuano
Imperterrite a muoversi
Gli scogli piano piano si asciugano
Con il sole rovente
il cielo si apre
le nuvole scompaiono
il treno
sobbalza dalla superficie
compiendo
qualche semicerchio
tra il cielo e la terra
tra la superficie del mare
ed il fondo opaco
impercettibile degli abissi
treno portami via
fammi godere quello
che vivi
per non tornare dove sono
arrivato
sorvolo questo momento
a mezzo metro dalla follia
e non ridere sai
non guardarmi
ora che come un pazzo
comando questo treno
mente l’anima mi fa sentire più vivo
che corre dove vuole e dove la porta
gli angeli che volano nel cielo
stupito accenno un sorriso
mentre ancora con braccia
conserte occhi chiusi
e spalle simili ad ali
non mi degni nemmeno
una carezza
sprofondo negli abissi
a pieni polmoni
per respirare
questo mondo
l’universo traccia un sentiero illuminato
dal sole
che a suo modo o no
accompagna dove lui sa bene
la vita di ogni essere umano
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