Pubblicato il 11/12/2011 13:37:27
Bisogna spegnere quel cervello, forse con una spranga di ferro, o un coltello piantato, sicuro una ruota sul volto e resta sul campo, ultimo letto, e pensiero chiuso in un corpo morto... come un mondo sgonfio lasciato in una porta senza rete da un piede impastato di sangue e di fango. La poesia era già nella carta bastava bruciarla, come la vita: la riga del vento nel cielo dove un libro aperto vola. E inghiottendo fumo assassino sputo respiro macchiato con la faccia scacciata al terreno o seguo traiettorie di orientali marciapiedi o meridionali neri senza occhi, rivedo gli sguardi tristi di lontani paesi socialisti. Condannato alla solitudine al mattino mi preparo al panico da palcoscenico proseguendo nell'estinzione, obbligato a vivere, senza nuocere.
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