Se una mattina camminando
Se una mattina, camminando,
ne avessi potuto scorgere il profilo,
avrei librato le parole
tra le pieghe di stagioni.
Mi venne voglia di cantare,
di cedere alla danza
le piume dei miei passi
e se mi fosse stato lecito sognare
t’avrei raccolto a mazzi
pensieri variopinti.
La luna sussultò
funamboli neofiti.
Lo sguardo dei miei anni dipanò tra i lemmi,
i raziocini,
accanto a chiose, sui teoremi,
nelle strofe di terzine.
Io che avevo tutto sopito m’inoltrai,
forte del canto,
nelle curve di una mano,
della fronte di mio figlio
che apre e libera il mattino.
Io che non avevo appreso dagli aedi il cominciare
mi ritrovai colori
ricamare di poeti notti intere.
Spalancai sulle rotte dei filosofi
orizzonti di fraseggi siderali.
Omero mi cercò, Saffo mi perse;
Saba mi diede il gesto, Lorca il silenzio.
Spazi ondulati, arche di luce,
parabole di storia, terre emerse.
Sulle mappe dei miei giorni
echeggiarono bagliori di lontane percezioni.
Le parole dei cantori.
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