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Vivere e dormire

di Silvio Mancinelli
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Pubblicato il 05/12/2007

Un giorno lui si alzò dal letto. Era pieno giorno. La luce entrava dalla serranda e lo accecava. Forse è stata la luce o forse il caldo a svegliarlo. Quando aprì gli occhi non capì se si era svegliato o stava ancora dormendo. Lui si ricordava ragazzino, con folti capelli e un tira baci sulla fronte, fastidioso a guardarlo. Si ricordava il suo corpo poco sviluppato, con la pelle liscia come la seta. Fece colazione, come sempre e poi si guardò allo specchio. Era diverso dal solito: pochi capelli, barba lunga e muscoli delineati. Era come cadere in un baratro, perché non ricordava che erano passati così tanti anni dall’ultima volta che si era visto allo specchio. Era cresciuto e non lo sapeva, era maturo e non lo sapeva, erano passati gli anni…e non lo sapeva Forse aveva dormito tutto quel tempo, oppure stava vivendo, ma dormendo. Forse è una cosa che avrebbe capito più in là, perché ora, guardandosi allo specchio, solo una cosa aveva inteso, in quel momento capì, guardandosi in quegli occhi verdi, che il suo sangue pulsava, che il suo naso si muoveva per il respiro…capì che era vivo e che da ora avrebbe vissuto.

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