Pubblicate su l’immaginazione, numero 264 (agosto-settembre 2011), Manni Editori
www.robertomaggiani.it/Limmaginazione_num_264-2011.pdf
Prede
Un pulviscolo acquoso ondeggia nel vento.
I merli saltellano nel prato –
beccano lumachelle e lombrichi –
sprovvedute prede.
Bere
Una goccia s’acquatta sulla foglia –
l’ingobba – cheta scivola verde –
nella terra scompare
bevuta.
Legna che arde
V’è nell’aria fradicia
un profumo di legna che arde
e scricchiola (immagino) esuberante
in qualche grazioso camino.
Nell’incedere veemente
delle faville
s’allegra un cuore.
Come un gatto appagato
Quando scrivo una poesia che mi soddisfa
mi alzo e molto lentamente
mi porto vicino alla finestra.
Pago come un gatto
che si è appena cibato
mi lecco i baffi e le mani –
le passo umide sul viso e le orecchie.
Se poi andrò ben oltre (fin dietro la nuca)
vuol dire che pioverà.
L’ora della fine
Io vedo luce sui fiori
nei dintorni del verde
un silenzio di nuvole
è interrotto da un fremito
ma se osservo la terra
si desta il terrore della fine.
Collidono nel pensiero
natura e spirito:
l’una
chiama alla polvere
un corpo uguale a se stessa
(che decade nel disordine
in corpuscoli di materia) –
l’altro
non tollera l’esistenza
senza che ne sia cosciente.
Una contraddizione assurda.
Così – per risolverla – decido
di sancire l’esistenza dell’anima –
e con essa far risorgere ogni cosa
(anche se mi tenta il toglierla di mezzo
e stabilire che siamo materia
con segnali da connessioni cerebrali
e ci attende la terra – l’inconoscenza).
Similitudine
A Luca C.
Il tuo dolore è simile
a un’assenza senz’appello
una casa scoperchiata
una nudità d’inverno –
ciò che fai ti delude
crolla sempre la tua fortezza
si allontana il desiderio.
Uno storto sorriso rivela il tuo pianto
ma eccoti sereno e sincero
al timone di questa vela.
Caduta
Sono qui a scrivere di stelle e particelle
di bolle di big bang e spazi espansi
di ciò che forse è stato
o di quello che non sarà mai.
Ma poco più in là cado nell’amore:
di questo vorrei parlare
di ciò che non so dire.
Un mondo sincrono (fantasia)
In quale altro luogo
mai il suolo è alleggerito
del peso dell’Universo
il silenzio mai è riempito dalla luce
né mai termina l’effluvio vegetale
dell’oscurità?
Dove
il mare mai è attraversato da onde
l’alba mai tinge la notte
né una stella cala sotto l’orizzonte?
In quale luogo – mi chiedo –
la metà del mondo
vive nell’oscurità
e in ogni sostare mai sale né scende l’astro
mai raggiunge il mezzogiorno?
Molecole di gatto
Molecole del mio gatto
prima di legarvi nella sua carne
non si sa proprio dove stavate:
dovunque sparse o agganciate
ad altre molecole di altra materia
di scomposti corpi –
dal mare dall’atmosfera o dalla terra –
foglia pulviscolo roccia o intestino di cane.
Discriminante
La prospettiva
nella disposizione delle cose
la materia la luce
i cigolii le voci –
tutto questo percepisco.
Tra le possibili combinazioni del reale
avverrà mai quella che in un istante
apre la visione della forma totale
dell’idea risolutiva
della teoria del tutto
dell’invenzione finale
e discriminante di tutte
le combinazioni evolutive
e posizionali maggioritarie?
Ozma
Panni stesi in casa
in ordinaria stasi domestica
azioni per prassi
scadere delle mezz’ore
ripetersi delle parole e dei gesti
pensieri inespressi e inesprimibili
gioco del vivere nella simmetria
di composizioni cittadine
morale tanto difesa, ed etica dei dogmi,
tutto questo perde il grado di significato assoluto
tra arbitrarie configurazioni vitali
e modi esistenziali
di N civiltà, forse presenti nella Via Lattea,
conteggiate dall’equazione di Drake
N = R Ÿ fp Ÿ ni Ÿ fv Ÿ fi Ÿ fc Ÿ D
con tassi medi di formazione stellare
frazioni di pianeti adatti alla vita – alla vita intelligente
e all’interesse di questa per le comunicazioni spaziali.
Prima o poi qualcuno lo troveremo, o loro noi.
Intelligenza extraterrestre
che sonda lo spazio interstellare
alla ricerca di uguali,
ammesso che la durata media D
delle civiltà tecnologiche
sia abbastanza lunga.
Dal progetto Ozma, era il 1959,
v’è nel cosmo un silenzio che ci lascia soli:
un blu pianeta in cui la materia si è deformata
in ciò che chiamiamo vita.
Roberto Maggiani è nato a Carrara nel 1968. Laureato in Fisica all’Università di Pisa, vive a Roma, dove insegna. È autore di varie raccolte poetiche.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Roberto Maggiani, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.