Pubblicato il 08/11/2011 12:56:07
Soffocavi, la mano protesa verso il cortisone mentre i tuoi nuovi parenti ingiuriavano la tivvù, loro matrigna. Non volevi disturbare come sempre, come allora, quando, venuta al mondo in un mattino di fine agosto, ti accasciavi sul mio giovane seno, patria di molti amori. Te ne stavi andando senza avere assaggiato una goccia di latte o la prima carezza di tuo padre. Non volevi disturbare...troppo educata. Io urlai come una leonessa ferita e la clinica di lusso risuonò di ruggiti periferici. Altri ti salvarono, io ti protessi con una rabbia sconosciuta, che ora vorrei iniettarti in vena lentamente, deliciae nostrae.
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