Pubblicato il 05/11/2011 10:00:13
Son qui con gli occhi stanchi di mestizia tersi, fragile come la bambina che tanto amavi allora.
Bianchi nella neve del rimpianto i crisantemi ti vegliano nel mio perenne ricordo ogni ora.
Il vento scarmiglia le mie brune chiome.
Nel bianco e nero d’un eterno silenzio dal marmoreo biancore spicca il tuo nome.
Ed il tuo sorriso ancora mi fa sera sul viso.
Dove sarai, nei campi elisi, ascolterai il mio canto?
Ti placherà nella dolce consolazione del giorno d’oro senza fine l’azzurra carezza dei fiordalisi?
Dove saranno finiti i petali di cenere, i fiori di ghiaccio dei nostri giorni bruciati e persi?
Guardo la vita dietro un infrangibile vetro.
Indietro non si torna.
Sul cuore mio assiderato resta indelebile la tua orma.
Mai più mia rosa di maggio potrai sul viale della mia malinconia far ritorno nel controluce al tramonto delle mie nostalgie.
Mai più nel rintocco della mesta mia ora le tue mani stringeranno le mie.
Eccomi qui con un bouquet di rose scarlatte per dirti quanto mi manchi ancora.
Resto qui sola a stillar lacrime in carsici e dolenti fiumi di porpora.
Eccomi qui a gridare al cielo che ti ha portato via il volo tarpato, il sogno infranto, il sorriso in tenebra oscurato, il passo falciato.
Il sole nella notte dell’abbandono folgorato.
Il mio respiro senza Te soffocato….
Piangono i crisantemi nella pioggia battente, gemme d’inquietudine, petali di ruggine….
Armonia silente della mia solitudine.
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