Pubblicato il 24/03/2013 16:01:28
Quando l'antifascismo assume le modalità del fascismo
Ebbene, ho l'impressione (ma è solo una insana mia personale impressione, suffragata dai molti fatti che vado leggendo e raccogliendo da più fonti, tra cui quelle direttamente interessate) che il rischio del M5S sia quello di traslare piano piano verso modalità antidemocratiche di approccio alla vita del Paese. Infatti, inizialmente animati da buoni principi, anche antifascisti, e progressisti, vanno via via delineandosi atteggiamenti di non dialogo tipici di chi si arrocca nella propria verità e nel proprio ideale, che ad ogni costo vuole imporre come se tutto il resto del mondo fosse nella corruzione dell'errore; è bene difendere i prorpi ideali e le proprie idee ma sempre nel dialogo e nell'apertura alla fazione opposta, senza permettere che baleni no all'orizzonte maleducazione e offesa, con strilli e quant'altro che tenda a mettere in cattiva luce l'avversario. Ora, in tale atteggiamento oscillano più o meno tutte le forze politiche, ma in modo più evidente emerge dal M5S a causa del fatto che i suoi aderenti (che hanno il mio massimo rispetto qualora sappiano dialogare), avviati nella loro azione politica a partire da ottimi principi di rinnovamento del Paese, sembrano invece tendere a fare setta e un ostruzionismo sempre più fine a sé stesso, per quanto si tenti con loro il dialogo: i loro sani, e condivisibili, almeno da me, principi iniziali, rischiano di incancrenire in modalità antidemocratiche e assolutiste cosicché le loro energie, profuse per il bene del Paese non serviranno a nulla. Il rischio è di avere "altri venti anni di dittatura"! Qualcuno che continui a dire: "E' così e basta." Anziché avercela con la magistratura ce l'avrà con la stampa... o altro che gli passerà per la testa. La capacità di dialogare è, a mio avviso, la misura che rivela la democraticità di un partito e di un movimento.
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