Abbandona le assi
Di calcio e potassio ,
Quando la parola
Esaurisce la forma
E il poeta
Cerca ospitalità
In altre bocche
Restituisci
Questo claudicante retaggio al magnesio ,
tu che nell’udito ti apri una valle
Per accogliere un lessico d’acque
Che parla per tremiti , grave
Come un soffrire di foglie.
Ancora rapisce
La pinza celeste
Che estirpa le corde vocali del mondo
E il lamento taciuto
Del fiore umile quando viene divelto
Ma tu Andrea rimani
Come un vecchio sulla panchina che aspetta
Un passaggio propizio del vento o il cambio di strofa
Tu resti
Nella crudeltà dell’autunno e in quella dell’uomo
Dove ti riscopri pira e fuoco che crepita
Un antico dialetto di poeti scomparsi
Sui tronchi umidi della speranza
Che al tuo scrivere diventa benzina.
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