Pubblicato il 24/05/2011 15:03:30
Era inverno. La neve accarezzava corpi incerti / manichini oscillanti incartati da divise intessute con l’ortica dei campi secchi.
Era inverno. L’amore si smarriva tra il filo spinato di recinti agghiacciati dal terrore e dal sibilo del vento di tramontana.
D’orrore profumava l’aria, acida di canti striduli pregna di grida d’infamia dissacrante sterminio selvaggio.
Il sole era morto sul lastricato viscido, inzaccherato da fradici residui putrefatti, menzogneri testimoni della vita.
Era Auschwitz. Era lì, stampato in un vagone vecchio, il dolore patito da mille e più uomini profanati da oltraggi disumani, nella memoria di mille e più foto in bianco e nero.
Ho provato vergogna e ho pianto…
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